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Giovedì, 28 Marzo 2024
Attualità

Il turismo, la rete fognaria e le opere: come cambia Venezia secondo i costruttori edili

Il presidente di Ance Venezia, Giovanni Salmistrari, ha commentato i temi di attualità: il nuovo regolamento edilizio, il Mose e le grandi navi

Nel settore edilizio ci sono indicatori leggermente positivi che fanno ben sperare: in provincia nell'ultimo anno sono stati impiegati 4.780 operai (+5,19% rispetto all'anno precedente) e 820 imprese (+3,46%), per un totale di quasi 7 mila ore lavorate (+7,61%). La crisi non è completamente superata e in un certo senso non lo sarà mai, visto che il mondo non è più quello che era nel 2007. «E poi il nostro territorio non ha bisogno di nuovi edifici - sono le parole del presidente di Ance Venezia, Giovanni Salmistrari - bensì di convertire in modo intelligente quelli esistenti». Per agevolare questo tipo di processo, però, «servirebbero una burocrazia meno invasiva e un fisco meno oppressivo, che massacra fin dall'inizio qualsiasi iniziativa di demolizione e ricostruzione».

Salmistrari ha incontrato la stampa per gli auguri delle festività e ha ricapitolato i temi legati all'edilizia e alle costruzioni, che a Venezia devono fare i conti con il turismo e la gestione del delicato patrimonio immobiliare. Per questo c'è il nuovo regolamento comunale, approvato nei giorni scorsi, che il presidente di Anci giudica positivamente: «C'è attenzione verso gli alloggi turistici e c'è il riconoscimento della specificità di Venezia: in città ci sono tanti edifici antichi che, per forza di cose, non sono a norma per l'agibilità o l'abitabilità. Questo regolamento permette, ad esempio, di fare nuovi interventi evitando di sanare irregolarità precedenti. Ha avuto una gestazione lunga ma ha portato dei vantaggi». Lo stesso documento contiene le regole per l'adeguamento degli scarichi delle abitazioni, che, in caso di uso turistico, vanno dotati di fosse settiche: «Questo sistema va pensato con attenzione - ha commentato Salmistrari - perché effettivamente la manomissione degli impianti fognari può creare problemi statici. Inoltre, non è possibile farlo ovunque». «Bisogna pensare - ha aggiunto - a un impianto fognario della città, che manca e che è sempre più necessario anche in conseguenza dell'aumento del carico turistico degli ultimi anni. Al momento non esistono progetti per una rete fognaria, ma non è un'idea irrealizzabile: si potrebbero sfruttare i canali per far passare le tubature».

A proposito, non è detto che tra il turismo e lo spopolamento del centro storico ci sia una relazione così immediata. «Non è l'affitto turistico che manda via i residenti, è l'assenza di lavoro - ha detto - In questa città manca il lavoro di qualità, con stipendi decenti. I prezzi degli affitti sono troppo alti in rapporto ai salari». E, sempre sul turismo, ha detto provocatoriamente che «i visitatori dovrebbero pagare 100 euro per farsi un giro in Canal Grande, con battelli pensati appositamente, non nei vaporetti del trasporto pubblico». Come succede in altre città. Si è parlato anche di grandi navi, che vanno tolte dal canale di Giudecca: con l'incidente del 2 giugno si è visto che possono essere realmente pericolose per la città. Vedremo se il 2020 porterà soluzioni ai grandi temi veneziani, ad esempio un avanzamento dei lavori delle opere. «In questa città manca "poco" per finire tante cose», ha concluso. «Manca poco per terminare il Mose, manca poco per concludere i marginamenti a Marghera, manca poco per riqualificare l'Arsenale nord e darlo in concessione per farlo tornare un luogo vivo». A proposito del Mose, Salmistrari ha segnalato le difficoltà delle imprese che stanno lavorando sull'opera: «Le banche faticano a concedere crediti - ha detto - perché le garanzie del Consorzio Venezia nuova non sono considerate affidabili».

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