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Giovedì, 25 Aprile 2024
Attualità Marghera

Anniversario dell'omicidio di Giuseppe Taliercio, l'eroe «normale»

Cerimonia nel capannone del Petrolchimico di Porto Marghera in onore del dirigente della Montedison ucciso dalle Brigate Rosse il 5 luglio 1981, dopo 46 giorni di prigionia

Ricordare gli eroi, anche quelli «normali», come è stato fatto oggi, venerdì 5 luglio, a 38 anni dall'omicidio di Giuseppe Taliercio, dirigente dello stabilimento petrolchimico della Montedison, ucciso dalle Brigate Rosse il 5 luglio 1981, dopo 46 giorni di prigionia.

L'impegno

C'erano le istituzioni al capannone di Marghera, dove si è tenuta la commemorazione: l'assessore comunale alla Coesione sociale Simone Venturini, il prefetto di Venezia Vittorio Zappalorto, il presidente della Municipalità di Marghera Gianfranco Bettin, Cesare Taliercio, figlio di Giuseppe, il patriraca di Venezia Francesco Moraglia, Luca Alburno di Eni, fra gli altri. «Quello di Giuseppe Taliercio - ha esordito Bettin - terza vittima del terrorismo rosso nella nostra città dopo Sergio Gori e Alfredo Albanese, è stato un esempio luminoso, che ha saputo seminare la buona notizia anche in un momento particolarmente buio nella storia del nostro Paese, riuscendo a rovesciare una tragedia in un messaggio di speranza e di impegno».

La storia

Sull'importanza di trasmettere alle nuove generazioni la storia e il senso di quegli anni bui, in cui dilagava «l'assurdità di voler cambiare le cose uccidendo le persone», si è soffermato Cesare Taliercio, mentre il prefetto Zappalorto ha evidenziato come di fronte alla tragica stagione degli anni di piombo gli italiani abbiano reagito con forza, restando uniti. Il prefetto ha poi messo in guardia dal sottovalutare nuove forme di terrorismo, come quella legata al riacutizzarsi della diffusione dell'uso di droghe, soprattutto tra i più giovani: «Nuove sfide ci aspettano, di fronte alle quali non dobbiamo abbassare la guardia».

Persone comuni

«Il bene non si incarna solo nei grandi eroi - ha sottolineato l'assessore Venturini - che compiono gesta eclatanti, ma anche in chi vive ogni giornata, al lavoro, in famiglia, nel tempo libero, sempre dedicando grande attenzione agli altri. Giuseppe Taliercio era una di queste persone, faceva bene ciò che doveva fare, era un uomo buono, che ha vissuto bene, un eroe 'normale' che ci ha raccontato cos'è il bene. È importante ricordare quegli anni di delirante violenza, perché c'è il pericolo che possano ripetersi. Dalla vita di Taliercio, dal modo con cui ha affrontato la morte, possiamo trarre insegnamenti preziosi, ad abbassare i toni, ad impegnarsi per il bene comune, perché 'gli uomini tornino ad essere uomini'». La cerimonia si è conclusa sulle note dell'Ave Maria intonata dal Coro delle Cime, con la deposizione di una corona d'alloro benedetta dal patriarca Moraglia sul cippo commemorativo, dedicato a Taliercio, all'incrocio tra via Pasini e via Bottenigo.Anniversario Taliercio-2


 

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