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Nidi estivi comunali 0-3: Cgil e Uil dal Prefetto. Il Pd deposita un'interrogazione

Romor: «Il primo luglio apriamo secondo le norme nazionali. Un lavoro di squadra con i dirigenti, i tecnici, le educatrici, le ausiliarie. I bambini possono tornare nei loro asili»

Sarà domani, giovedì 25 giugno, l'incontro dei sindacati con l'amministrazione comunale in prefettura a mezzogiorno. Al tavolo si riapre la discussione sulla partenza dei nidi estivi per i bambini 0-3 anni, che non avrebbero, per le sigle della Funzione Pubblica Cgil e Uil, le condizioni di sicurezza per l'avvio. «Intanto noi amministrazione comunale lavoriamo - scrive l'assessore alle Politiche educative Paolo Romor - il primo luglio apriremo quello che le norme nazionali e il contratto nazionale delle maestre ci consente, cioè i centri estivi dei nidi dopo un lavoro di squadra con i dirigenti, i tecnici, le educatrici, le ausiliarie per riorganizzare il servizio e consentire ai bambini di tornare nei loro asili». 

Piano di sicurezza

Ecco il piano di sicurezza del Comune: accessi scaglionati per evitare gli assembramenti, controllo della temperatura all’entrata e più volte al giorno, organizzazione di piccoli gruppi stabili, a ciascuno dei quali viene dedicata una maestra e riservata un’area specifica, con i propri giochi e i necessari presidi igienici; prevalenza delle attività all’aperto e attenzione alla cura degli scoperti (sono già stati realizzati due sfalci dell’erba per ogni struttura ed ulteriori sono in previsione). «Abbiamo provveduto a sottoporre al test sierologico tutto il nostro personale, educativo e ausiliario, coinvolto nel servizio. Grazie ad Ames è stato previsto un dettagliato piano di sanificazioni da effettuare nell’immediatezza della riaperture, e da ripetere quotidianamente con due passaggi (quando le linee guida ne prevedono uno), sia per quanto riguarda la struttura, sia per il mobilio, che per tutti i giochi, i libri e altro materiale», rassicura l'assessore.

I problemi per il Pd

Diversa la prospettiva del Partito Democratico. A intervenire è la capogruppo in Consiglio Monica Sambo. «Ieri è arrivata ad alcuni genitori la richiesta di pagamento (entro domani) della retta dei centri estivi comunali. Si chiede di pagare in anticipo - scrive - ma nella stessa mail si informa che gli orari saranno ridotti a 4 ore (per i primi 3 giorni ) e 6 ore per il resto del mese, con evidente riduzione rispetto allo scorso anno che prevedeva un servizio di 9 ore e mezza (dalle 7.30 alle 17). A servizio ridotto è stata confermata la retta pre-Covid, senza alcuno sconto per le famiglie che dovranno spendere ulteriori risorse per assumere baby sitter negli orari non coperti dal Comune. Nella lettera si chiede di pagare, mentre si potranno ricevere solo successivamente tutte le informazioni», relative a: piano di apertura dei servizi di centro estivo, patto di responsabilità reciproca, orari di entrata scaglionati per il controllo della temperatura e la sanificazione. Il Partito ha depositato un'interrogazione: «tra i problemi c'è un rapporto numerico per noi inadeguato (1 a 5, che chiediamo di diminuire ad 1a 3), nessuna informazione sulla gestione del contenimento Covid; i nidi sono accorpati (quindi con spazi più ristretti per le bambine e i bambini) e in alcune strutture non ci sono spazi esterni, oppure sono insufficienti, manca lo sfalcio dell'erba, non sono protetti dal sole. Molte di queste questioni - conclude Sambo - erano state oggetto di interrogazione in consiglio di Municipalità di Venezia».

La replica del Comune

Per il Comune, «il Pd si è dimenticato dei diritti dei bambini e delle famiglie, pur avendo i propri colleghi di partito al governo: arrivano solo critiche.
Critiche per le rette, nonostante il fatto che quelle del Comune di Venezia rimangono invariate in un quadro in cui tutti i centri estivi le aumentano. Critiche per l’orario, pensato dagli esperti perchè i bambini possano serenamente riadattarsi dopo 4 mesi. Pensi la consigliera Sambo a quanto hanno speso le famiglie in babysitter, “h 24” a causa della incomprensibile scelta, del suo governo, di ostinarsi a non riaprire i nidi e le scuole materne. Critiche per l'assenza di informazioni alle famiglie, a suo dire, quando sono in corso in questi giorni riunioni, in telepresence, per i genitori di ciascun nido. E per quei pochi nidi in cui la riunione è programmata venerdì è già stato detto che si potrá versare la rette successivamente», scrive l'assessore Romor, e sugli sfalci di erba: «sono stati fatti in maggio, quando contavamo che il governo ci consentisse di aprire i nidi il 3 giugno. L’accorpamento invece di 5 nidi ad uno degli ulteriori 21 che apriremo il primo luglio è dovuto alla necessità di fare lavori di straordinaria manutenzione». 

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