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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Ca' Foscari, un algoritmo per prevenire le fake news

Ricerca su 400mila post pubblicati su pagine italiane. I ricercatori: «Tra la notizia vera e quella fake trascorrono tra le 3 e le 21 ore. Disinformazione in circolo dopo 24 ore»

Su Facebook, le fake news compaiono nel giro di 24 ore dalla pubblicazione delle news "vere" che distorcono. Il terreno della buona informazione, quindi, va preparato nelle primissime ore durante le quali un tema a rischio diventa virale. Uno studio appena pubblicato sulla rivista scientifica ACM Transactions on the Web dal team coordinato da Walter Quattrociocchi, ricercatore all’Università Ca’ Foscari Venezia, propone un algoritmo per identificare i temi caldi potenzialmente polarizzanti e far suonare un campanello d’allarme prima che le fake news prendano il sopravvento.

La ricerca

«Per chi vuole smorzare i toni evitando di alimentare la polarizzazione su facebook - spiega Fabiana Zollo, coautrice della ricerca - c’è poco tempo per agire. Il nostro metodo si è rivelato in grado di intercettare gli argomenti suscettibili di disinformazione con un’accuratezza del 77%. Sapendo quali sono gli obiettivi potenziali, giornalisti e comunicatori potrebbero giocare d’anticipo e informare meglio, tenendo conto del rischio elevato». La ricerca ha analizzato l’attività di 75 pagine facebook italiane, di cui 58 di giornali e 17 riferite a siti che diffondono fake news, per un totale di quasi 400mila post e decine di migliaia di like, commenti e condivisioni. Sulla base di questa mole di dati, i ricercatori hanno testato una metodologia in grado di segnalare i temi a rischio bufala.

Disinformazione in circolo in 24 ore

Secondo i dati italiani, tra l’uscita di una notizia sulle pagine delle testate giornalistiche e l’uscita della controparte fake trascorrono tra le 3 e le 21 ore. Dopo 24 ore la disinformazione è già in circolo. «Se non si previene con adeguate strategie comunicative - aggiungono i ricercatori - non rimane che il ricorso al debunking, cioè smontare pezzo per pezzo le notizie false, pratica che abbiamo visto essere poco efficace perché rischia di innescare nuovamente l’ondata di disinformazione».

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