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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Troppe spese per gli Ipab, lavoratori e Comuni incalzano la Regione. «Presto la riforma»

Manifestazione della Cisl martedì mattina. Strutture pubbliche penalizzate rispetto alle case di riposo private. Petrolito: «Al Mariutto di Mirano costretti ad aumentare le rette»

Si è svolto stamattina il presidio a palazzo Ferro Fini con mobilitazione dei lavoratori per chiedere alla Regione che gli Ipab (centri pubblici di servizio alla persona) abbiano un trattamento fiscale equivalente a quello delle case di riposo private, che fin qui sono state avvantaggiate. Gianfranco Refosco, segretario di Cisl Veneto e Marj Pallaro, segretaria regionale di Fp Cisl, fanno presente che le strutture private «pagano meno della metà dell’imposta a carico del pubblico». Uno sciopero della categoria è stato annunciato per il 18 dicembre.

Rette in aumento

La questione mette in difficoltà oltre un centinaio di istituti in tutta la regione: nei giorni scorsi Gabriele Petrolito, assessore alle Politiche sociali del Comune di Mirano, ha evidenziato il problema della scarsità di risorse, in questo caso quelle del "Luigi Mariutto". «L’aumento delle rette - ha spiegato - deriva dalle difficoltà economiche che le Ipab incontrano a causa dei ritardi della Regione, l’unica in Italia a non avere riformato queste istituzioni. Le Ipab devono reggere la concorrenza delle “case di riposo” private ma hanno i costi impropri di un ente pubblico: ad esempio versano un’Irap dell’8,5% contro il 3,35%-3,9% delle istituzioni private. Mentre maternità, malattie e assenze, per le prime sono a proprio carico e per le seconde a totale carico dell’Inps. Con la revisione della sola Irap nelle casse del “Mariutto” e di tutte le altre 111 Ipab del Veneto resterebbero diversi milioni di euro».

«Riforma in arrivo»

L'assessore regionale al Sociale, Manuela Lanzarin, ha spiegato che la riforma delle Ipab «dovrà essere affrontata in un ridisegno complessivo della residenzialità e delle politiche per la non autosufficienza». Ha quindi ricordato «i passi in avanti avvenuti negli ultimi dodici mesi con l’approvazione del collegato alla legge di stabilità 2017 e con il nuovo piano sociosanitario 2019-2023 che andrà presto in approvazione, provvedimenti che incentivano le aggregazioni e le fusioni delle Ipab su base distrettuale e aprono la strada alla novità dei finanziamenti a budget e non più per rette pro-capite». A quando la riforma? «Non appena approvato il piano sociosanitario», chiude Lanzarin.

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