rotate-mobile
Attualità

Le pesanti conseguenze dell'emergenza Covid nel settore dello spettacolo: cosa ne pensano i professionisti

Incertezze, difficoltà, precarietà e mancanza di tutele adeguate: registi, attori e produttori veneziani espongono le loro preoccupazioni

L’attuale condizione di emergenza ha causato l’arresto di numerose iniziative culturali. Uno dei settori lavorativi che ne ha sicuramente risentito maggiormente è quello dell’arte e dello spettacolo. La chiusura dei cinema e dei teatri - e la conseguente interdizione di ogni attività di gruppo - ha messo in luce le fragilità di un mondo che, invece, viene comunemente abbinato a ricchezza e lustrini.

Non solo red carpet, sfilate e serate di gala: l’emergenza che stiamo vivendo ha infatti scoperto una faccia del settore audiovisivo che solitamente restava nascosta al pubblico giudizio. 

Abbiamo quindi raccolto le voci di numerosi professionisti veneziani dello spettacolo ed è emerso un mondo costellato di incertezze, difficoltà, precarietà e mancanza di tutele adeguate.

Registi, attori e produttori: pensieri diversi, ragionamenti altrettanto differenti e molteplici che però portano tutti in un’unica direzione, quella dell’importanza della cultura in un Paese che su di essa ha costruito la propria grandezza ma che, troppo spesso, la relega a bene superfluo e non necessario.

Mattia Berto è un attore e regista teatrale molto noto a Venezia. Nato nel 1982, è l’attuale direttore del Teatrino Groggia. Un’idea di teatro, la sua, molto apprezzata e fortemente legata al territorio. Nonostante la personalità esplosiva ed entusiasta, la voce di Mattia tradisce però una certa apprensione: «Per il teatro questa è una situazione nuova ed inaspettata. La programmazione del Teatrino Groggia è stata sospesa in corso d’opera e questo ha comportato un sostanziale danno economico. Come direttore artistico, sto lavorando affinché le attività vengano recuperate nella Stagione 2020-2021. Purtroppo quello dello Spettacolo è un settore poco tutelato rispetto al resto d’Europa e rispetto alle altre categorie lavorative. Questo che stiamo vivendo dovrebbe essere un buon momento per affrontare una riflessione sul valore del nostro patrimonio culturale e per cominciare a pensare ad un nuovo sistema che tuteli le arti durante emergenze come queste.»

Alessandro Bressanello è un celebre attore e regista veneziano che può vantare numerosissime partecipazioni a produzioni cinematografiche italiane ed internazionali. Ha fondato inoltre il TAG Teatro, il Teatro Niovo e Produzioni Teatrali Veneziane, ed è stato per molti anni il coordinatore artistico del Carnevale di Venezia. Nonostante lo stop attuale, Alessandro continua a diffondere l’arte: «Giro video di poesie e di racconti da casa, aspettando che passi questo momento. Spero ci si riprenda presto. Mi è saltato un contratto di un mese e mezzo con il Teatro Stabile del Veneto, che mi auguro verrà solo rinviato. A Venezia si sono fermate alcune produzioni cinematografiche importanti, come ad esempio il nuovo film di Mission Impossible. È un problema per tutti noi anche perché, dal punto di vista economico, ci sono delle perdite ingenti.»

Margherita Mannino è un’attrice padovana molto attiva a Venezia. Recentemente ha interpretato una giovane Liliana Segre nell’adattamento teatrale del libro omonimo scritto dalla senatrice a vita insieme a Daniela Palumbo, riscuotendo enorme successo di critica e pubblico. La sua preoccupazione è pienamente condivisibile: «Si sta percependo la grande mancanza di tutele per noi lavoratori di questo settore, inoltre la nostra ripresa lavorativa sarà ancora più lenta rispetto alle altre. La cultura viene, ahimè, ancora considerata molto poco.» afferma.

Samantha Silvestri, attrice trevigiana operativa soprattutto nel padovano, dichiara: «Il mio lavoro rivela in questo contesto una fragilità davvero unica nel suo genere. Scuole, teatri e cinema sono stati i primi a dover chiudere le porte. Ciò ha significato per me l’impossibilità di ottenere nuovi lavori - dal momento che i casting e le produzioni sono bloccate - e la sospensione dei miei laboratori teatrali negli istituti superiori. Dopo i primi giorni di smarrimento, ho cercato di riorganizzare le attività, allineandomi alle nuove modalità di didattica online.» L’attrice afferma con rammarico che: «Non abbiamo alcun ammortizzatore sociale, cassa integrazione o tutela. Per di più, se non portiamo a termine un progetto, il pagamento può anche saltare. Questo perché il mio mestiere è sempre stato considerato un bene non necessario. In tale circostanza di emergenza va bene così ma chiediamoci anche come sarebbe la vita in quarantena senza libri e senza film. L'arte appaga lo spirito nei momenti di difficoltà.»

I dati sono preoccupanti: l’emergenza sta colpendo un settore, quello audiovisivo, composto soprattutto da micro e piccole imprese. In Veneto sono 529 le aziende di produzione che stanno subendo gli effetti del fermo totale. 

L'associazione degli artigiani si è dunque rivolta al Governo affinché le misure di intervento consentano da un lato l'immissione di liquidità immediata a protezione dei progetti in corso, dall’altra ulteriori investimenti volti ad incoraggiare la rapida ripresa del settore che prima dell'emergenza stava finalmente dimostrando una interessante crescita positiva. Tra le richieste vi sono anche la sospensione dei termini degli adempimenti e dei versamenti contributivi - così come previsto dal Cura Italia anche per altri codici ATECO - l’utilizzo su tutta la filiera delle prime risorse straordinarie - 130 milioni - messe a disposizione dal Governo e il ricorso a strumenti di sostegno al settore già esistenti. CNA Cinema e Audiovisivo parla inoltre di 90 milioni di euro di fondi straordinari - 50 in conto capitale e 40 in parte corrente - da destinare al settore per fronteggiare l’emergenza. Tra gli interventi richiesti tramite misure su fondi ordinari vi sono l'eliminazione fino al 30 giugno 2021 dello Split Payment per le società del cinema e dell’audiovisivo, il riparto immediato del fondo cinema 2020 e l'apertura delle nuove finestre per l'assegnazione dei contributi selettivi ed automatici.

Abbiamo chiesto un parere sugli effettivi danni economici a Marco Caberlotto, produttore cinematografico della veneziana Kublai Film, che ha espresso le proprie idee anche riguardo le possibili soluzioni da adottare per fronteggiare questa grave situazione: «Credo che lo Stato, oltre alla cassa integrazione in deroga, ai 600 euro per le partite iva e alle misure di garanzie per la liquidità, per il nostro settore possa fare uno sforzo molto ridotto in termini di costo: principalmente dovrebbero essere aperti subito i bandi del MiBac e delle Film Commission, inoltre bisognerebbe velocizzare gli esiti dei bandi pendenti e le procedure di erogazione dei fondi già vinti nei bandi precedenti e far acquistare film e documentari italiani alla TV di Stato, il cui apporto potrebbe essere fondamentale per rafforzare le spalle ai produttori nei mesi successivi al superamento del picco dei contagi.»

Nonostante il blocco attuale e la difficile condizione in cui versa l’industria artistica, lo spettacolo continua, anche se in forme completamente diverse da quelle cui siamo abituati, grazie a numerose iniziative. Il Teatro Stabile del Veneto (Tsv), ad esempio, ha inaugurato un palinsesto di appuntamenti virtuali ideato per intrattenere adulti, bambini e famiglie attraverso un’accurata programmazione di video sui propri canali social. Un progetto condiviso entusiasticamente anche dal Teatro Stabile di Bolzano e dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, i quali hanno iniziato - insieme al Tsv - a trasmettere ogni weekend in streaming sui propri canali YouTube il video integrale di uno spettacolo teatrale. 

Se da un lato queste iniziative sono sicuramente stimabili, pongono però un’ulteriore questione: l’autenticità dello spettacolo teatrale e l’effettiva impossibilità di riprodurne la magia se non in forma originale. 

Tutti i registi e attori intervistati dichiarano all’unanimità quanto il mezzo digitale non sia un surrogato ideale del teatro: «Il teatro non si può fare da remoto. Uno spettacolo teatrale è un evento sacro che unisce un attore e uno spettatore in uno spazio di dialogo.» afferma la Silvestri.

Dall’altro lato, tuttavia, i professionisti ascoltati affermano la bontà di queste iniziative, soprattutto in un momento come questo, in cui è importante tenere attiva la curiosità e l’attenzione verso l’arte: «Questi progetti sono la dimostrazione che alcune istituzioni sono ancora vive. È una cosa sicuramente buona.» dichiara Bressanello. Un pensiero comune a quello di Berto: «Guardare il teatro in rete non equivale certo a vedere uno spettacolo dal vivo, ma se permette di mantenere animata la comunità degli amanti del teatro ben venga.» Dello stesso parere anche la Mannino: «Qualsiasi iniziativa volta a tenere vivo lo spirito di comunità teatrale è certamente positiva. Ci ricorda che la vita delle persone non è fatta solo di bisogni primari ma anche di bellezza.»

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Le pesanti conseguenze dell'emergenza Covid nel settore dello spettacolo: cosa ne pensano i professionisti

VeneziaToday è in caricamento