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Infiltrazioni mafiose, procuratore De Raho: «Aggredire i patrimoni»

Il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo: «Prevenzione strumento più efficace»

«Serve aggredire i patrimoni» per impedire l'utilizzo del denaro sporco. In poche parole, la prevenzione può rivelarsi lo strumento più efficace per contrastare le infiltrazioni mafiose. Parola di Federico Cafiero de Raho, procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo che lunedì mattina ha partecipato al convegno organizzato dalla guardia di finanza a Venezia dal titolo «Misure di prevenzione patrimoniale: legislazione e prassi operative». Un incontro moderato dal procuratore capo di Venezia Bruno Cherchi durante il quale si è discusso anche della presenza della criminalità organizzata in Veneto, regione che attrae le mafie per la sua economia dinamica, e dell'evoluzione dei metodi di infiltrazione. 

«Le mafie non sparano più, comprano»

«Le mafie non sparano più, comprano – ha detto De Raho -. Rendono conveniente l’uso del denaro sporco e corrompono. Le misure di prevenzione a volte costituiscono lo strumento più efficace perché l’accento si sposta dalla persona al patrimonio». Dal controllo del territorio quindi, che consente di porre l'attenzione su situazioni anomale, ai sequestri e alle confische di beni immobili e, soprattutto, di imprese. Secondo il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo esistono veri e propri cartelli di aziende che partecipano a rotazione agli appalti aggiudicandoseli. Per identificarle, servirebbe «una banca dati nazionale», ha aggiunto De Raho. 

I beni in confisca

«Nessun territorio specie se ricco non può non essere attratto dalle infiltrazioni mafiose che toccano le imprese, grazie alla notevole disponibilità di denaro da distribuire a chi è in difficoltà, sottraendo poi l'azienda al titolare – ha detto De Raho -. Fondamentale è quindi il controllo del territorio». Negli anni in Italia sono stati accumulati 25 miliardi di beni in confisca, non solo immobili ma anche aziende.

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