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Tributi, Veneto "d'argento". Venezia, Comune pecora nera: 800 euro procapite non incassati

I dati sono stati forniti dal Cerved. Secondo lo studio la media della Regione si assesta sui 56 euro, mentre quella nazionale viaggia sui 207 euro. Situazione lagunare disastrosa

Secondo i bilanci 2016, sono più di 23 miliardi di euro i crediti che i circa 8mila Comuni italiani faranno fatica a riscuotere, il 15% in più rispetto ai 20 dell’anno precedente. A sostenrlo è Cerved, operatore italiano per l’analisi del rischio e la gestione del credito, che ha fatto un’attenta analisi dei bilanci. Il Veneto, in questo senso, è tra le Regioni più virtuose, ma la situazione di Venezia, specie se paragonata con la media nazionale, è disatrosa.

Venezia, tra i peggiori comuni veneti

Le regioni con i Comuni più virtuosi, con un credito non riscosso pro-capite inferiore ai 100 euro risultano Trentino Alto Adige (51 euro), Veneto (56), Friuli Venezia Giulia (70) e Lombardia (84), Piemonte (94), Marche (96). Nonostante una media molto bassa, Venezia risulta tra i peggiori comuni dell'intera Regione, con un credito non riscosso pari a 831 euro, a fronte di una media italiana di 207.

"Crediti di parte corrente"

Si tratta di crediti di parte corrente, tasse come Imu, Tari, Tasi, Tosap (occupazione di spazi pubblici), ma anche entrate patrimoniali come multe stradali o rette scolastiche, che però sono sorti da almeno 12 mesi e quindi vanno contabilizzati in una specifica voce di bilancio. Parliamo di quasi la metà del totale delle entrate (47%) che siccome non è stata incassata entro un anno ha un’alta probabilità di non venire incassata mai, perché più passa il tempo e peggio è. "La pubblica amministrazione, così come le aziende private, dovrebbe cercare di rientrare dei crediti nella più alta percentuale possibile e in poco tempo, in modo da avere la liquidità necessaria per pagare i fornitori ed erogare i servizi ai cittadini - commenta Marco Nespolo, amministratore delegato di Cerved - La soluzione è affidarsi a chi ha sviluppato strumenti e procedure dedicate che permettono di intervenire tempestivamente in via bonaria e stragiudiziale, recuperando tra il 30 e il 40% del denaro nell’arco di settimane o di mesi, mentre affidarsi alle cartelle esattoriali significa seguire un iter burocratico che fa passare in media 5 anni per arrivare a incassare non oltre il 5%".

La replica dell'assessore Zuin

Dati ripresi anche dal Sole 24 Ore, cui l'assessore comunale al Bilancio, Michele Zuin, controreplica: "Non si può non notare come alcune analisi e alcune considerazioni non siano corrette o sufficientemente approfondite - afferma - In particolare laddove viene riportato il seguente commento dell’amministratore delegato di Cerved 'Si tratta di denaro che non è affluito alle casse degli enti locali. Una notevole quantità di entrate che, non riscosse tempestivamente, hanno altissime probabilità di tradursi in buchi di bilancio permanenti, con conseguenze evidenti sull’erogazione dei servizi. La pubblica amministrazione, al pari di una azienda privata, potrebbe dotarsi di strumenti per rientrare in tempi rapidi dei crediti problematici, prima che le ricadute su tutti i cittadini diventino troppo pesanti'. Non si considera che tali affermazioni possono essere vere solo laddove i 'crediti dubbi' non siano accompagnati dalla costituzione di un adeguato fondo a garanzia del processo di riscossione, come previsto dalla riforma contabile del 2011. Solo in tale caso, infatti, si possono avere buchi di bilancio permanenti".

L'esponente della giunta Brugnaro mette nel mirino le modalità di calcolo: "Per il Comune di Venezia, solo con riferimento ad alcuni crediti di difficile esazione, tale fondo a garanzia costituisce quasi il 100% del totale dei crediti - sottolinea - Quando poi si rapportano il totale dei crediti dubbi al numero dei residenti, si utilizza in tutta evidenza un parametro fuorviante. E’ del tutto evidente che maggiori sono i volumi di bilancio, maggiori sono i possibili crediti in valore assoluto che possono venire a formarsi. Ora il Comune di Venezia, data la sua peculiarità, ha un bilancio di un ente di dimensioni medio elevate pur avendo una popolazione residente inferiore. Quanto ai tempi di pagamento nei confronti dei fornitori - conclude - il Comune si pone nella media generale". 

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