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Cyberbullismo e Instagram. «Nelle scuole insegniamo che non è un bene condividere tutto»

Presentato il doppio evento del 16 gennaio a Mestre a conclusione di un percorso che ha coinvolto 450 studenti e i loro genitori sul corretto uso delle nuove tecnologie. Nelle classi vengono formati i rappresentanti, che diventano peer educator per i compagni

«Cerchiamo di responsabilizzare ragazzi e adulti all'uso corretto delle parole e dei contenuti sul web, per evitare che certi danni diventino insopportabili e irreparabili: perché quando qualcosa è pubblicato nella rete, l'effetto non è più rimovibile». Sono le parole di Alessandra Belardini, dirigente del compartimento della polizia postale del Veneto, che lunedì ha presentato a Ca' Farsetti l'evento finale di un progetto di educazione sul cyberbullismo che ha coinvolto centinaia di studenti veneziani. «Vogliamo prima di tutto insegnare agli adolescenti che non è un bene condividere qualsiasi cosa online. Ci sono dei momenti di intimità che bisogna rispettare, cose che è meglio tenere per sé. Il valore della privacy. Sono elementi di prevenzione per evitare il più possibile di arrivare a episodi di cyberbullismo e quindi alla repressione. Nella maggior parte dei casi, quando metti il bullo davanti alle proprie responsabilità penali, c'è una reazione di sconcerto e sconforto. Non si rendono conto della gravità di ciò che hanno fatto».

Incontri nelle scuole

Si tratta della seconda edizione della rassegna "Crescere l@ gener@zione digitale - Adulti e ragazzi a confronto", organizzata dal servizio di progettazione educativa del Comune di Venezia e che nel corso del 2018 ha raggiunto circa 450 studenti delle scuole per sensibilizzarli al corretto uso delle nuove tecnologie. L'evento conclusivo (presentato anche dall'assessore alle Politiche educative Paolo Romor e dalla responsabile del Servizio politiche educative, Daniela Galvani) si terrà mercoledì 16 gennaio al Palaplip di via San Donà. In programma due incontri a cui parteciperanno 200 studenti dal titolo "Cyberbullismo: la voce dei ragazzi" e "Mettiamoci la facci@". Si concentrerà l'attenzione sulle insidie che si annidano nel web e che hanno conseguenze nel mondo reale, sfociando in reati perseguibili penalmente. Il primo evento sarà moderato da Alessandra Rossi, dottoressa di ricerca in Filosofia di Ca' Foscari, mentre il secondo vedrà dialogare con gli studenti proprio la dirigente della polizia postale, Alessandra Belardini. Quest'ultima nel pomeriggio, nell'aula magna della scuola media Foscolo di via Parco Ferroviario a Marghera, incontrerà alle 17.30 genitori e insegnanti per discutere del tema "Informarsi per informare". L'appuntamento è gratuito.

I rischi dei social

«Quando parliamo di bullismo e cyberbullismo - ha sottolineato Belardini - parliamo di fenomeni che riguardano l'offesa, la diffamazione, l'oltraggio o anche lesioni personali con vittima e carnefice che sono minori d'età. Grazie alla legge apposita ora esiste un protocollo preciso per affrontare questo tipo di fenomeni, a partire già dal personale che opera nelle scuole. In questo momento uno dei rischi è quello degli adescamenti su Instagram: le ragazze pubblicano contenuti foto e video, magari con profilo pubblico, e a quel punto possono essere contattate da altri utenti che chiedono di chattare su WhatsApp, così c'è un numero di telefono e una rintraccibilità».

Non reprimere, ma sensibilizzare

"Gli incontri passati si sono sviluppati in un'ottica di dialogo tra genitori e figli e hanno affrontato da più punti di vista i temi delle nuove tecnologie, del web e di internet - ha dichiarato Romor - Sono realtà che costuiscono strumenti importantissimi ma che, e questa è l'altra faccia della medaglia, si possono rivelare un territorio molto pericoloso. Sono chiari a tutti quali siano i rischi che possono coinvolgere i giovani in rete, ma ci sono anche opportunità imprescindibili per la loro crescita. È fondamentale informare e sensibilizzare». «In questa seconda edizione abbiamo moltiplicato gli sforzi operando nelle scuole e nelle classi - ha commentato Galvani - L'incontro di mercoledì sarà molto importante perché, tra i 200 ragazzi delle medie e delle superiori, ci saranno anche 147 rappresentanti di classe. Loro avranno il ruolo di 'peer educator', facendo da tramite con i compagni di classe nell'informazione e nella lotta al cyberbullismo».

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