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Biennale d'Arte, inaugurato il "labirinto" del padiglione Italia

Cerimonia alle 12 di oggi con il curatore Farronato, il ministro Bonisoli e il sindaco di Venezia, Brugnaro. Un invito alla curiosità e alla scoperta

Un percorso non lineare che offre allo spettatore la possibilità di perdersi, tornare sui propri passi, indugiare, scegliere il proprio itinerario. Sembra questo il senso di "Né altra né questa", il progetto espositivo del Padiglione Italia alla 58. Biennale d'Arte, inaugurato ufficialmente oggi alla presenza del curatore Milovan Farronato, del ministro dei Beni culturali Alberto Bonisoli e del sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro. Bonisoli, uscito dalla visita al padiglione, ha parlato di una «sensazione di disagio», una riflessione del tutto personale perché «assistere alle forme di arte contemporanea significa guardarsi dentro, riflettere su se stessi». Il padiglione è stato apprezzato sia dal ministro che dal presidente della Biennale, Paolo Baratta, perché «costituisce un passo in avanti e pone la partecipazione italiana allo stesso livello dei padiglioni internazionali».

VIDEO: Tour nel padiglione

La sfida del labirinto

«Vi auguro di navigarlo, non di perdervi né di ritrovare voi stessi - ha detto Ferronato - Spero che attraverso il nostro labirinto possiate scoprire qualcos’altro o qualcun altro, che siate voi ad avere un’esperienza performativa. Lasciatevi guidare dal vostro intuito e dalla vostra curiosità. Se riuscirete a dimenticarvi della necessità di trovare una via d’uscita forse riuscirete a godere anche di un tempo che si dilata». Sono tre gli artisti italiani chiamati a declinare il tema con lavori inediti e opere storiche: Enrico David (Ancona, 1966), Chiara Fumai (Roma, 1978) e Liliana Moro (Milano, 1961). Sono stati loro a costruire "La sfida al labirinto", seconda parte del titolo e cuore del progetto che richiama un orizzonte letterario e di ispirazione vastissimo, dal mito a Calvino.

L'arte che "relativizza"

«Ho apprezzato - ha commentato il sindaco - l'idea di fermezza della mostra e di movimento che mette al centro le persone: scoprirsi, ribaltare i punti di vista, in tanti modi. Questo concetto vale per qualsiasi aspetto: bisogna sapersi mettere anche nelle posizioni degli altri. L’arte ci insegna ad ascoltare, a capire e ad arrivare a delle conclusioni». Nell’ambito della mostra, tra l'altro, verrà realizzato un programma di attività educative rivolto ai giovani studenti delle accademie e delle scuole di ballo, promosso dalla Direzione generale arte e architettura contemporanee e periferie urbane del MiBAC, che si articolerà in un ciclo di appuntamenti, curati da Milovan Farronato, Stella Bottai e Lavinia Filippi, ospitati all’interno del padiglione.
 

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