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Inaugurato il ponte votivo: «Venezia non si è mai arresa»

Questa sera la cerimonia in occasione della festa del Redentore alla presenza del sindaco, del presidente del Senato Casellati e del patriarca

Si è svolta questa sera, sabato 20 luglio, la cerimonia di inaugurazione del tradizionale ponte votivo allestito per la festa del Redentore alla presenza del sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, del presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati e del patriarca di Venezia, Francesco Moraglia. Hanno assistito numerosi cittadini e ospiti della città, presenti le massime autorità cittadine, civili e militari.

Cerimonia per il Redentore

«Ricostruire la fiducia»

«Esattamente in questa giornata, di 50 anni fa, l’uomo superò se stesso, i suoi limiti, e compì quell’impresa che nessuno avrebbe mai pensato realizzabile. Era il 20 luglio 1969 quando, per la prima volta nella storia, un essere umano camminò sulla Luna - ricorda il sindaco -. Abbiamo inaugurato il ponte votivo, appena benedetto dal nostro patriarca Francesco. È dal lontano 1577 che Venezia ripete questo gesto a perenne memoria di quando, dopo appena tre mesi dalla posa della prima pietra della chiesa, cessò, miracolosamente, quella pestilenza che, in quasi due anni, causò la morte di un terzo della popolazione veneziana. Con voi qui presenti stiamo dimostrando al mondo intero che Venezia è una città viva, rispettosa delle diverse culture che la animano, ma altrettanto fortemente radicata nelle proprie tradizioni cristiane. Venezia rinnova così, di anno in anno, il proprio inno alla speranza e alla fiducia nel domani».

«Superare le difficoltà», l'augurio

«Costruire un ponte questa volta non vuol essere solo realizzare un collegamento tra due sponde. Qui è stato realizzato un simbolo concreto di quanto l’uomo, grazie al proprio ingegno ed intelletto, sappia fare per superare le difficoltà - ricorda il primo cittadino -. Venezia è stata in grado di dominare per centinaia d’anni la forza della natura e di imporsi nella gestione di quella Laguna così importante per la sua sicurezza, per i trasporti, per il lavoro, per il commercio e per la vita di tutta la Città. Ringraziando tutte le persone che si sono dedicate con impegno e passione per la buona riuscita della Festa a partire dagli operai e tecnici che hanno realizzato il ponte, agli operatori di tutte le forze di sicurezza che vigileranno durante la notte, dagli addetti alle pulizie che rimetteranno a nuovo la città, ai piloti, autisti e macchinisti che garantiranno il deflusso delle persone verso le loro case, arrivi a tutti voi il mio più sincero augurio di un Buon Redentore».

L'alleanza tra le generazioni

«Guardando al ponte appena inaugurato e attraversato, mi piace considerarlo il simbolo di un'alleanza - dice il patriarca. Tra le differenti alleanze, vorrei soffermarmi su una che indico ossia l'alleanza tra le generazioni. Quando si dice che a Venezia ci sono pochi bambini e che i giovani si sposano (quando si sposano) e vanno ad abitare altrove, siamo di fronte a notizie preoccupanti per il presente e il futuro della nostra città. Bisogna avere il coraggio di scegliere un futuro possibile e sostenibile in cui il bene comune, di tutti, venga prima di quello particolare. Nessuno vuole che Venezia diventi una sorta di Disneyland a cielo aperto: adoperiamoci perché questo non avvenga».

Incidenti scampati

«Certo, la città deve essere aperta perché è bene dell'umanità, ma non può essere aperta a tutto e diventare spazio di conquista di nessuno. Se si vogliono raggiungere dei cambiamenti profondi, bisogna tener presente che i modelli di pensiero influiscono realmente sui comportamenti. L'educazione sarà inefficace se non si preoccupa anche di diffondere un nuovo modello riguardo all'essere umano, alla vita, alla società e alla relazione con la natura. Non posso non sottoporre, con fiducia, all'attenzione di chi ha facoltà di decidere, i due recenti gravissimi scampati pericoli susseguitisi, proprio intorno a queste acque, e ringrazio il Signore perché non si sono trasformati in irreparabili tragedie. Mi auguro che Venezia sappia riscoprirsi sempre più spazio di vita "vivibile" per i suoi abitanti, iniziando dai bambini e dagli anziani, spazio di crescita di una comunità reale che abita e sente suo un territorio veramente unico e, per questo, lo vuole difendere con l'intelligenza e il cuore».

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