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Il riscatto sociale e la questione etiope nella musica di Kedir | VIDEO

Il giovane cantante ha all'attivo quattro singoli, raccolti in un canale YouTube che conta più di 70.000 visualizzazioni

Un artista emergente che ha davvero molto da dire: Kedir, giovane cantautore, compone musica convogliando nei testi tutto il proprio dolore e la sua esperienza umana, perché la sua non è stata certamente una vita semplice. Kedir riepiloga così le tappe principali della sua vita: nato nel 1997 a Dessié, in Etiopia, in seguito alla scomparsa dei genitori trascorre un breve periodo con la nonna, la quale però, data l’età avanzata, decide di affidarlo alle cure del St. Mary’s Orphanage, uno dei più grandi orfanotrofi della capitale Addis Abeba.

Kedir ricorda con estrema sofferenza l’anno trascorso nell’istituto, indicandolo come uno dei momenti più difficili della sua vita. Fortunatamente, però, le cose cambiano: viene infatti adottato da una famiglia veneziana, alla quale - dichiara - sarà riconoscente per sempre. «Sono consapevole di quanto io sia stato fortunato ad essere stato adottato. I miei genitori adottivi mi hanno dato l’opportunità di cambiare la mia vita e di avere tutte le opportunità che un bambino merita di godere. Per questi motivi, sono consapevole che non posso sprecare questa possibilità che mi è stata concessa dalla vita. Non dimenticherò mai le mie origini e non rinnegherò mai la mia cultura e il mio passato; farò però tesoro di tutte le mie esperienze e cercherò di trasmettere tutto questo attraverso la mia musica, anche per narrare le storie di quei bambini e di quelle persone che stanno ancora soffrendo e vivendo in condizioni di vita terribili».

Kedir comincia a dimostrarsi interessato alla musica e al ballo sin da bambino: inizia a studiare pianoforte a 8 anni, per poi dedicarsi a generi ricercati come il jazz e il blues. L’incontro con la musica trap e R&B avviene nel 2017. Attualmente ha all’attivo quattro singoli, raccolti in un canale YouTube che conta più di 70.000 visualizzazioni. Un progetto musicale cresciuto grazie anche al sostegno del Team Lion Empire Records.

I testi dell’artista, che analizzano lucidamente la società e i rapporti sociali, colpiscono l’ascoltatore sin dal primo momento per la sincerità che sgorga fluente da ogni singola parola. Due sono i pezzi che, in particolar modo, restano impressi: Film e America, brani ricercati di impronta autobiografica: nel primo Kedir racconta il periodo più difficile della sua vita, la perdita di entrambi i genitori. «La mia vita non è mai stata semplice / ho sofferto la fame e la sete / ma adesso mi guardo indietro e apprezzo ogni singolo chilometro che ho percorso / per diventare quello che sono. Non vengo dal ghetto / vengo dall’inferno» canta il giovane nel videoclip diretto da Fabio Bozzola. Parole amare, certamente, ma anche piene di speranza: «Il significato della canzone è che nonostante ci si trovi ad affrontare alcuni momenti difficili durante il proprio percorso, alla fine ci si può sempre rialzare e realizzare i propri sogni, se lo si vuole davvero.» afferma l’autore.

In America, invece, viene trattato il tema della discriminazione e del pregiudizio cui sono sottoposti gli immigrati e i figli di seconda generazione. Nel videoclip, diretto da Gianmaria Palombo, viene narrata la storia di un giovane immigrato che, proprio a causa del pregiudizio, fatica ad inserirsi nel tessuto sociale. 

La musica di Kedir, ancorata profondamente alle tradizioni black e afro, affronta anche la drammatica situazione etiope, della quale il cantante afferma con sicurezza quanto venga ancora ignorata: «L’Etiopia è un bellissimo paese e avrebbe anche moltissime potenzialità che però non vengono sfruttate. C’è ancora un alto tasso di mortalità infantile e un basso livello di scolarizzazione. Inoltre l’Etiopia, come tanti altri stati africani, è un paese ancora fortemente sfruttato dalle altre nazioni per la manodopera a basso costo. Questo stato - conclude l’artista - negli ultimi anni ha dato qualche segnale di crescita e cambiamento, ma siamo ancora lontani da una vera democrazia.»

I progetti futuri dell’artista sono chiari: la laurea e il trasferimento a Milano. «Il capoluogo lombardo - afferma - oltre ad offrirmi un valido corso di studio magistrale, mi darebbe modo di continuare a lavorare al mio progetto artistico. Ho sempre sognato di vivere in una grande città, e questa potrebbe essere un’occasione da prendere al volo».

Attualmente Kedir sta approfittando di questo periodo di emergenza e di isolamento per scrivere nuova musica e per portare avanti alcuni progetti, tra cui Radio Quarantena: un format che si ispira all’idea lanciata dal Rapper Canadese Tory Lanez e che consiste nella messa in onda - ogni domenica dalle 21 alle 22 - di numerose dirette sul proprio profilo Instagram per intrattenere i giovani con interviste a giovani influencers e a vari artisti emergenti del territorio veneziano.

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