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Contro il governo, a favore della scuola: centinaia di studenti in piazza a Mestre

Manifestazione studentesca venerdì mattina. Sono scesi in campo il Coordinamento degli studenti medi e la Rete degli studenti medi

Centinaia di studenti in piazza per protestare «contro il governo del cambiamento che ha mostrato di saper parlare di giovani e studenti solo come strumento per veicolare messaggi propagandistici». Per richiedere la scuola gratuita e la cultura accessibile a tutti. Per protestare contro gli sgomberi, contro il razzismo. Per richiedere di investire su spazi e formazione. La mattinata di venerdì è stata comtrassegnata dalle manifestazioni delle associazioni studentesche, supportate anche dalla Cgil di Venezia.

Coordinamento e Rete

C'erano il Coordinamento Studenti Medi e la Rete degli Studenti Medi. Centinaia da una parte e dall'altra. «Contro sgomberi e repressione, più investimenti su spazi e formazione - si legge nello striscione in testa al corteo del Coordinamento, che ha cominciato a muoversi alle 8 per il centro di Mestre - Contro il razzismo, per le scuole, per la città». Gli attivisti della Rete, invece, sono scesi in piazza al grido di «Chi ha paura di cambiare? Noi no!». Con i volti coperti dalle mascheredi Dalì, come i protagonisti del telefilm "La casa di carta", si sono fatti portatori di un messaggio di riscatto «nei confronti di una politica che da sempre fa i suoi interessi sulla loro pelle».

«Il governo offre solo regresso»

«Ci volevano soldati e passivi, ci hanno trovati nelle piazze - ha commentato Viola Valabrega, coordinatrice della Rete Studenti Medi - Non possiamo più accettare che questo governo si riempia la bocca di parole come "cambiamento", per poi offrire solo regresso. Telecamere nelle scuole e leva militare sono provvedimenti dannosi e inutili, soprattutto se non ci si interroga su come risollevare un sistema scolastico che negli ultimi dieci anni ha subito tagli per più di 8 miliardi e che non riesce più ad essere strumento di formazione e crescita delle nuove generazioni: lo provano i 150mila studenti che ogni anno abbandonano gli studi». Ha preso poi la parola Matteo Baroglio, coordinatore dell'Unione degli universitari di Venezia: «Il governo sta dimostrando ogni giorno la sua incapacità di mettere in campo azioni concrete per risollevare la condizione dell'istruzione pubblica italiana: sull'Università non c'è alcuna proposta reale per incrementare il finanziamento ordinario del sistema universitario o per superare il numero chiuso, ma solamente annunci e slogan».

«La scuola torni a formare menti critiche»

Il corteo è stato molto partecipato, eravamo a centinaia - ha commentato  Sebastiano Bergamaschi del Coordinamento degli Studenti Medi - In un momento buio come questo ha fatto bene alla città. Tra le tematiche della nostra protesta non poteva che esserci la scuola. Ad oggi l'unico investimento fatto dal governo sui giovani sono stati controlli nelle scuole, quando non si capisce che si dovrebbero legalizzare le droghe leggere. Vogliamo che la scuola torni a formare delle menti critiche, e invece si parla di leva obbligatoria». Non è mancato un accenno agli spazi occupati con il collettivo Loco e poi smantellati dall'azione congiunta delle forze di polizia.

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