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Sabato, 20 Aprile 2024
Attualità Marghera

Le ville degli anni Venti non si possono più abbattere: il Mibact vincola la «città giardino»

Per il ministero, Marghera è «un quartiere di notevole interesse pubblico». Un riconoscimento prestigioso arrivato al termine di un lungo iter

Villette e immobili del primo Novecento vincolati, il ministero dei Beni culturali protegge la città giardino di Marghera in quanto «quartiere di notevole interesse pubblico». L’iter era partito ancora nei primi anni Novanta e solo adesso è arrivato a conclusione, dopo quasi trent’anni di attesa. In realtà, Soprintendenza e Comune avevano già posto alcuni vincoli agli edifici costruiti negli anni della fondazione di Porto Marghera, ma ora è ufficiale: tutta l’area progettata da Emilio Emmer nel 1920 è preziosa e merita, quindi, di essere tutelata. In termini pratici, i proprietari degli edifici storici del centro di Marghera non possono abbatterli e per introdurre modifiche devono chiedere l’autorizzazione a Palazzo Ducale che può rifiutare o imporre l’uso di materiali o modalità di intervento puntuali.

Riconoscimento di prestigio

Il presidente della Municipalità Gianfranco Bettin, che è stato tra i promotori di questo riconoscimento, commenta: «Alla fine dell’anno del centenario della fondazione, che appunto è fondazione sia dell’area portuale e industriale sia del quartiere urbano, arriva questo significativo riconoscimento - spiega - Il riconoscimento di “interesse pubblico” rappresenta un prestigioso e importante atto che sottolinea il valore dell’esperienza storica di Marghera città e, nel contempo, individua nella tutela della sua parte storica e nella riqualificazione dell’intera area urbana la strada maestra per restituire pienamente dignità e qualità sociale, architettonica e urbanistica a una realtà chiave della modernità veneziana e italiana». Unico rammarico del presidente è che il progetto della città giardino, con l’avvento del fascismo, non sia stato più ultimato e, anzi, al suo posto sono arrivati i quartieri periferici con condomini popolari costruiti uno a fianco dell’altro, senza un disegno ordinato.

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