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76. Mostra del Cinema di Venezia Lido

Dopo Gomorra la coppia Sollima-Saviano colpisce ancora con ZeroZeroZero

La nuova serie prodotta da Sky in anteprima per il pubblico alla Mostra del Cinema con i primi due episodi

ZeroZeroZero è il nuovo progetto di levatura internazionale del regista Stefano Sollima e tratto dal romanzo omonimo di Roberto Saviano. Un serie molto ambiziosa che vuole raccontare l'anima dei boss mafiosi e i diversi approcci internazionali alla gestione del narcotraffico dalla Calabria agli Stati Uniti, fino a passare per il Messico. 

«Un progetto che sembrava troppo ambizioso per essere realizzato - dice Sollima all'inizio della conferenza stampa - invece cel'abbiamo fatta. L'ambizione era costruire una serie internazionale non solo per gli artisti coinvolti ma per la larghezza della storia dove il perimetro è il mondo». Ed è propro questa internazionalità che colpisce della serie fuori concorso alla Mostra del Cinema, oltre allo storytelling impeccabile e alla fotografia che lascia il segno. Dall'inglese al dialetto calabrese, in ZeroZeroZero si sentono parlare sei lingue diverse e si vedono tradizioni popolari lontane tra loro ma questa è una serie globale, che tocca tre conteinenti, dove al centro, però, c'è sempre l'uomo.

La serie ZeroZeroZero presentata a Venezia 76

ZeroZeroZero si apre con un decalogo di quelle che sono le regole dell'uomo d'onore e approfondisce mano a mano che si va avanti nella storia l'etica che si nasconde dietro la mafia, che, come ricorda Roberto Saviano «coincide con il guadagna più che puoi, difenditi da tutto cio che hai intorno e non ti fidare di nessuno neanche di te stesso».

Racconto sul potere, non sul narcotraffico 

La serie di Sollima non parla tanto di narcotraffico quanto di potere e di capitalismo contemporaneo di cui il narcotraffico è una delle sue arme. Il potere sta nel fatto che la cocaina, come sottolinea Saviano, è l'unica materia paragonabile al petrolio e non c'è nulla che fa guadagnare più di questa. «Basta pensare che se vi dessi un sacchetto di cocaina riuscireste a venderlo ancora prima di uscire dal Festival, cosa che non succederebbe se al suo posto ci fossero dei diamanti» - sostiene Saviano. Ed è la cocaina stessa e il suo traffico a far girare l'economia e a volte anche a salvarla, cosa che cambierebbe sostanzialmente se dovesse essere legalizzata. Il romanzo di Saviano, così come la serie osservano il narcotraffico proprio da questo punto di vista, mettendo in luce come l'economia globale e la vita di ogni persona, sia che faccia uso di droga che no, viene in qualche modo toccata dal fenomeno del narcotraffico e questo è il motivo che ha spinto il regista a fare la serie, per far vedere al mondo quanto sia diffuso e quanto sia proprio dell'economia contemporanea e della vita di ognuno tale fenomeno e tutte le sue conseguenze. 

I boss? Gli ultimi calvinisti del mondo

Tanti rimandi religiosi nella serie, dalle tradizioni folkloristiche del sud Italia fino alla fede dell'esercito messicano che vogliono far emergere il legame tra i valori professati dai boss mafiosi e quelli religiosi. «I boss? Vivono come gli ultimi calvinisti del mondo - sostiene Roberto Saviano - e sono l'ultima classe dirigente disposta al sacrificio e questo li rende vicini a una visione cattolica per cui tutto si paga». 

Quella di ZeroZeroZero è una piramide criminale sulla lotta di potere che, ancora una volta, conferma che, Roberto Saviano e Stefano Sollima, se messi insieme, sanno fare grandi cose. 

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