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Mercoledì, 24 Aprile 2024
76. Mostra del Cinema di Venezia Lido

The Painted Bird: film crudo, audace e da Leone d'Oro

Applausi infiniti per il lungometraggio di Václav Marhoul tratto dal romanzo di Jerzy Kosinski

Un pugno allo stomaco. The painted bird è un film che lascia il segno e lo fa in ogni scena dei 169 minuti girati in 35 mm dal regista Václav Marhoul. Un film che si stacca dalla competizione e sembra quasi voler gareggiare da solo per il coraggio e l'audacia di ogni scelta registica ma, ancora di più, per la straordinaria interpretazione del protagonista, Petr Kotlár, bambino alla prima esperienza da attore. The painted bird sbatte in faccia agli spettatori il brutto, la violenza, la morte, la sofferenza, il sesso e lo fa senza remore, senza vergogna di far vedere la realtà così com'è ed è proprio questa consapevolezza da parte del regista che rende artistica anche la più violenta delle scene del film. Un bianco e nero che prende colore grazie all'intensità delle interpetazioni degli attori, tanti silenzi, poche battute e ogni parola pesata per non dire mai nulla di troppo o di superfluo. Immagini forti ma scelte con cura, che, per quanto disturbino ne si capisce il senso e le si apprezza sempre. 

La guerra vista dagli occhi di un bambino

La seconda guerra mondiale fa da sfondo alla storia di un ragazzino orfano e senza nome, almeno fino alla fine del film, che si ritrova a vagare senza meta per sopravvivere alla forza devastatrice della guerra. Un bambino silenzioso che è costretto a perdere la sua innocenza troppo in fretta, ad avere rapporti sessuali prima del tempo, a uccidere, non provare emozioni e guardare la morte in faccia troppo spesso. Un'innocenza mai vissuta e che non sarà in grado di recuperare mai, se non, forse, nel suo rapporto con gli animali, simbolo di un senso di appartenenza che non ha mai potuto sviluppare nei confronti di nessun luogo o nessuna famiglia. Simbolico il titolo del film, the painted bird (l'uccello dipinto) così come la scena che lo definisce, quella di un uccellino cresciuto in cattività a cui vengono dipinte le ali e che una volta lasciato libero di tornare nel branco da cui proveniva, viene ucciso perché troppo diverso, proprio come accade al protagonista.

Una fiaba neorealista come Il Sentiero dei nidi di ragno

Nel guardare il film viene in mente Italo Calvino e il suo Pin, il ragazzino protagonista del Sentiero dei nidi di ragno. Stessa età, stesso periodo storico, stesso destino e stesso atteggiamento ribelle e tenero allo stesso tempo. Orfani, entrambi, e tutti e due costretti a diventare adulti prima del tempo e fare i conti con la realtà. Sia Pin che il protagonista di The painted bird mantengono una, se pur nascosta, parte fanciullesca che emerge solo in alcuni momenti della storia donando alla narrazione quell'aspetto fiabesco che distingue, il romanzo di Calvino, così come il film di Marhoul dalle tradizionali rappresentazioni della guerra e che dà loro quel tocco in più, proprio quello di cui lo spettatore, così come il lettore ha bisogno per restare colpito. 

Lunghi applausi e tanta emozione alla prima per il pubblico in sala grande, in cui, alla fine della proiezione, non si poteva non respirare aria di Leone d'Oro. Sarà così? 

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