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Siluro dei sindaci ex Ulss 13 alla Regione: "Un bilancio sanitario del genere non lo votiamo"

Respinta la proposta presentata da Palazzo Balbi. Il Comitato dei primi cittadini dell'ex distretto sanitario: "Aumentano gli oneri per i Comuni, saremmo costretti a tagliare servizi"

Siluro dei sindaci del distretto dell'ex Ulss 13 contro la Regione: "Noi un bilancio economico così non lo approviamo". Il Comitato dei primi cittadini, che si è riunito martedì a Mira, ha votato all'unanimità per il rinvio della proposta di bilancio presentata, che prevederebbe, rispetto al 2017, un incremento di spesa a carico dei comuni di oltre 500 mila euro. Una cifra che farebbe saltare il banco. 

"Aumenti insostenibili"

"Gli aumenti sono in particolar modo dovuti per assicurare la continuità assistenziale delle persone con disabilità mentale - si legge in una nota - i cui costi, con provvedimento regionale, in attuazione della normativa nazionale sui Lea, sono stati posti a carico dei comuni per il 60%, mentre prima al 40%. Hanno fatto discutere anche certe ripartizioni di spesa generate dalla nuova struttura dell'Ulss 3. I sindaci hanno pertanto votato la sospensione dell'approvazione, in attesa di capire gli sviluppi su base regionale".

"Siamo stanchi di subire"

"Avevamo da tempo segnalato l'impossibilità di sostenere i Lea nei bilanci comunali - spiega Silvano Checchin, sindaco di Spinea e presidente del Comitato dei sindaci - Questo ennesimo aumento segue quello dello scorso anno relativo alle rette per i centri per disabili. Siamo stanchi di subire e con noi i cittadini che rappresentiamo". Della stessa opinione il primo cittadino di Scorzè, Giovanni Battista Mestriner: "Non siamo disposti a votare un bilancio pesantemente lesivo delle autonomie locali", ha affermato. 

"Ci costringono a tagliare i servizi"

Ci sono comuni che si sono visti aumentare in maniera esponenziale il loro bilancio sociale. "Nel caso di Mira – spiega Marco Dori, sindaco del comune rivierasco – stiamo parlando di una cifra superiore ai 100mila euro. Una spesa non prevista e che non riusciremo a coprire se non tagliando servizi ai nostri cittadini".

"La Regione intervenga"

Il messaggio rivolto alla Regione è chiaro: i bilanci dei Comuni non sono in grado di sostenere nuovi aumenti sulla spesa sociale. "Chiediamo alla giunta e al Consiglio regionale di accelerare con la proposta di legge annunciata - spiega Maria Rosa Pavanello, sindaco di Mirano - che prevedeva la compartecipazione agli extra Lea, in modo da non caricare i comuni di altre spese". Unanime per questo la richiesta di intervento indirizzata a Palazzo Balbi: "Chiediamo alla Regione di intervenire al più presto. Non è più possibile mungere i comuni. Ormai non c'è più latte".

La replica di Palazzo Balbi

Parole cui ha ribattuto l'assessore regionale al Sociale, Manuela Lanzarin: "La Regione ha ascoltato le varie istanze e al presidente di Anci Veneto avevo già anticipato che stiamo lavorando per trovare una soluzione che vada incontro alle esigenze dei malati, delle associazioni e dei Comuni - ha dichiarato - Gli ambiti assistenziali richiamati dai sindaci richiederebbero comunque una valutazione contestualizzata, con riguardo ai processi applicativi tuttora in corso. Mi limito solo a ricordare che per quanto riguarda le tariffe e le quote di rilievo sanitario relative alla residenzialità extraospedaliera nell’ambito della salute mentale, adulti e minori/adolescenti la Giunta regionale ha dovuto provvedere a dare attuazione a disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica disposte dalla normativa nazionale. La Regione – aggiunge – sta peraltro operando per uniformare lo standard quali-quantitativo delle prestazioni e dei servizi sul territorio regionale. Attualmente il relativo provvedimento è in fase di discussione presso la commissione consiliare competente e, in tale sede, uno dei principali punti di confronto dialettico riguarda proprio le quote di compartecipazione sociale. Ad ogni modo – conclude l’assessore – assicuro i sindaci che a breve saranno adottati i provvedimenti per rivedere le varie unità offerta per la salute mentale e mantenere gli stessi livelli LEA dell’anno scorso, in maniera tale che per i comuni la spesa resti invariata. Con la manovra di bilancio 2019 la situazione sarà oggetto di valutazione per un intervento normativo”.

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