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Ictus cerebrale, all'Angelo la mortalità a 30 giorni è la più bassa del Veneto

La rapidità dell'intervento è determinante. All'ospedale di Mestre migliorata la qualità di trattamento e ottimizzati i tempi tra intervento e terapia

In caso di ictus cerebrale, la rapidità dell’intervento è determinante. All'ospedale dell’Angelo i sanitari sanno operare con grande rapidità: il dato della mortalità a 30 giorni dall'evento è il più basso di tutto il Veneto e si attesta sul 4,2%. «La Stroke Unit - spiega il primario di Neurologia Rocco Quatrale - partecipa al progetto "Angels", promosso dalla Stroke Organization italiana per ottimizzare la gestione dei pazienti colpiti da ictus ischemico acuto. I risultati ottenuti sono stati certificati dai riconoscimenti scientifici concessi al nostro ospedale: abbiamo migliorato la qualità del trattamento, ottimizzando i tempi di intervento tra arrivo in pronto soccorso e la terapia trombolitica e migliorando la cosiddetta "finestra terapeutica ottimale"».

Fattore tempo cruciale

«Il fattore tempo - ribadisce la responsabile della Stroke Unit Adriana Critelli - è cruciale, in caso di ictus, per limitare i danni al cervello. Lo evidenzia lo slogan adottato dalla comunità scientifica, "Time lost is brain lost", che significa letteralmente "Il tempo perso è cervello perso": dall’inizio dei sintomi di un ictus cerebrale, infatti, ogni minuto vede la perdita di 1,9 milioni di neuroni nell’area cerebrale colpita. Per questo il risultato relativo al tasso di mortalità post-ictus conseguito nel 2018 all’Angelo è importante: il dato della mortalità a 30 giorni è il più basso di tutto il Veneto, e si attesta sul 4,2%. Con questo risultato contribuiamo al buon risultato complessivo regionale, che registra complessivamente un 9,7%, a sua volta ben al di sotto della media nazionale».

Progetto aziendale dell'Ulss 3

Gli ottimi risultati raggiunti danno ulteriore slancio anche al progetto aziendale sull'ictus di tutta l'Ulss 3. La collaborazione tra ospedali in questo senso si intensifica, come dimostra ad esempio il progetto particolare di telemedicina che lega gli ospedali di Chioggia e di Mestre: «È stato sviluppato progressivamente nel corso degli ultimi due anni - spiega il primario del pronto soccorso di Chioggia, Andrea Tiozzo - e permette di trasmettere in tempo reale al centro hub di Mestre le immagini cliniche del paziente accolto nel pronto soccorso di Chioggia, nonché le sue immagini TC e AngioTC e i suoi esami di laboratorio. Ricevute tali informazioni, i neurologi e i neuroradiologi dell'ospedale dell’Angelo di Mestre possono espletare un teleconsulto in videoconferenza e avviare, di concerto con i sanitari del nosocomio di Chioggia, un eventuale trattamento del paziente in loco».

Corretta gestione del paziente

L'Ulss 3 si dedica da anni grande attenzione alla corretta gestione del paziente con ictus ischemico, in ogni fase. «I risultati raggiunti - specifica il direttore generale Giuseppe Dal Ben - derivano dall’organizzazione di una rete efficace, che coinvolge il Suem 118, gli ospedali hub e Spoke, gli specialisti dell’Emergenza-Urgenza del pronto soccorso insieme a neurologi, neuroradiologi, fisiatri e neurochirurghi. Tutto viene fatto secondo le migliori pratiche».

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