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Pd, Articolo Uno e Cgil critici sul piano regionale per le Lungodegenze nelle Ulss

«Ospedali di Comunità e Unità riabilitative sono un'altra cosa. Serve programmare le fasi 2 e 3 post-emergenza. Sfruttare i finanziamenti statali straordinari», anche a Noale. Un'interrogazione di LeU

«No al taglio dei posti di lungodegenza nelle Ulss della regione». Partito Democratico e Cgil tornano all'attacco per la permanenza dei reparti ospedalieri destinati ai lunghi ricoveri. L'azienda Ulss3 a Noale avrebbe deciso di togliere la Lungodegenza in base a quanto deciso dal piano della Regione più di un anno fa. «Siamo ancora nel mezzo di un’emergenza sanitaria - scrivono Gabriele Petrolito, componente del gruppo socio-sanitario regionale del Pd, Bruno Pigozzo consigliere regionale Pd e Stefano Fracasso, capogruppo regionale dello stesso partito -. Il virus ha rivelato le debolezze del sistema sanitario. Fino a quando non sarà superata, finché non saranno ripristinati gli standard minimi dell’assistenza ospedaliera e non saranno attivati i servizi territoriali, non si può sopprimere niente».

Piano «superato»

Per gli esponenti del partito, lungodegenze, ospedali di Comunità e Unità riabilitative «non si equivalgono: le finalità delle ultime due sono diverse e riservate a pazienti stabilizzati. Le lungodegenze servono a pazienti post-acuti non stabilizzati e con più patologie. Zaia congeli immediatamente l’attuazione del Piano socio sanitario regionale (Pssr 2019-2023). Si tratta di una programmazione nata in un’altra epoca della storia dei servizi socio-sanitari e quindi non adeguata alle attuali esigenze. Zaia e le direzioni generali Ulss si impegnino a programmare l’organizzazione della fase 2 e 3 post-emergenza». Possono essere sfruttati, ricorda il Pd, i finanziamenti statali straordinari, «con idee e progetti di largo respiro».

Le schede «vecchie»

«Va aperta una riflessione sulla programmazione dei posti letto in virtù del fatto che le scelte precedenti sono nella gran parte messe in discussione da quello che è accaduto - conferma la linea Daniele Giordano della Funzione Pubblica Cgil veneziana -. Non ci convince la fretta di chiudere la Lungodegenza di Noale applicando oggi delle schede vecchie di un anno. Si è atteso tanto per applicarle e lo si fa ora che, invece, dovremmo aprire una riflessione sulla programmazione dei posti letto, la diminuzione negli anni delle Terapie intensive, il superamento delle sub-intensive: criticità che abbiamo dovuto precipitosamente affrontare per essere all’altezza dell’emergenza che ci richiedeva di avere un’offerta di posti letto superiore a quella presente nei nostri ospedali. Aspettiamo il documento che la Regione si è impegnata a produrre sul dopo-Covid e la programmazione ospedaliera».

L'interrogazione

«Se il Covid-19 ci ha insegnato qualcosa, è l'importanza di una sanità pubblica diffusa in tutto il territorio. Pertanto risulta incomprensibile la scelta dell'Ulss 3 di cancellare i 70 posti letto della Lungodegenza dell'Ospedale di Noale, senza che sia ancora stato attivato l'ospedale di comunità - scrivono il segretario regionale di Articolo Uno, Gabriele Scaramuzza e il consigliere regionale Piero Ruzzante, Liberi e Uguali - Quest'ultimo, nella giornata di oggi, ha depositato un'interrogazione regionale per chiedere alla giunta Zaia di adeguare le schede ospedaliere al nuovo quadro epidemiologico».

Ulss3

«Come ha fatto in questi mesi di emergenza, l'Ulss 3 impegna se stessa nell'attuazione delle linee indicate dagli Enti a cui compete la programmazione sanitaria. Nell'emergenza prima e nella ripartenza ora, si assumono scelte chiare, soppesate e valutate: si avviano soluzioni nuove ed efficaci, che tengono conto della necessaria sostenibilità del servizio offerto alla popolazione. Il piano approvato con le schede di programmazione sanitaria, reso efficace dai passaggi attraverso gli organismi aziendali di valutazione, prevede la chiusura della Lungodegenza a Noale entro il 31 marzo: l'azienda sanitaria agisce a partire da questi presupposti, senza alcuna decisione scandalosa».

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