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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Parte da Venezia il piano sperimentale regionale per la riapertura delle scuole

Protocollo dei servizi da zero a 6 anni: nidi e prima infanzia. Prima le province con meno contagi. C'è un patto di responsabilità tra genitori e strutture. Organizzazione a piccoli gruppi stabili di 5 bambini

È uno dei nodi più importanti e urgenti da sciogliere, quello della riorganizzazione e della ripresa delle attività scolastiche, man a mano che riprendono le attività produttive. Nulla sarebbe stato programmato dal governo, secondo l'opposizione e quanto finora emerso, neanche per settembre prossimo. La linea del ministro Lucia Azzolina sulla frequenza delle lezioni in classe e il contatto ravvicinato fra alunni e docenti, è stata netta: nessun ritorno fino al nuovo anno scolastico. 

Prima le province con meno contagi

La Regione del Veneto di ripresa dell'aggregazione dei piccoli parla da tempo, prevedendo un'operazione centri estivi. Di sicuro è già pronto un protocollo dei servizi per i bambini da zero a 6 anni, per sperimentare la riapertura di nidi e centri per la prima infanzia. Partono le province dove la circolazione del virus risulta inferiore, cioè Venezia e Rovigo. Ultime in ordine di tempo Verona e Belluno, dove gli indici di contagio al momento risultano maggiori. Il documento è stato presentato oggi, mercoledì 6 maggio, a categorie e istituzioni: Anci, Fism, Confcooperative, Assonidi-Confcommercio, Aninsei-Confindustria e Federazione dei pediatri di base. A illustrarlo l'assessore alla Sanità Manuela Lanzarin e quello alla Scuola Elena Donazzan. Il programma di riapertura progettato dal Veneto è strettamente collegato alla situazione epidemiologica e vincolato a uno stretto monitoraggio sanitario. 

I gruppi stabili

«Le prime riaperture – ha evidenziato l’assessore alla Sanità – dovranno essere accompagnate con campagne di test rapidi (tamponi e test sierologici) su dipendenti e genitori, per garantire la massima sorveglianza e sicurezza». Il protocollo prevede un patto di responsabilità tra genitori e strutture, che impegna famiglie ed educatori a tenere alta la guardia della sorveglianza sanitaria e a comunicare eventuali sintomi-spia di contagio, sia tra i minori sia tra gli adulti. L’organizzazione dei servizi dovrà prevedere piccoli gruppi stabili di 5 bambini con un educatore di riferimento: il principio del nucleo educativo stabile faciliterà il monitoraggio epidemiologico.

L'organizzazione degli spazi e le regole

Ai bambini che frequenteranno tali servizi ludico-ricreativi verrà richiesto inoltre il puntuale rispetto del calendario vaccinale regionale e, in vista della prossima stagione autunno-inverno, viene prevista anche la profilassi antinfluenzale e anti-pneumococcica. Entrando nel dettaglio, il protocollo regionale dà indicazioni sulla priorità di accesso ai servizi (famiglie in difficoltà e bimbi disabili) e sul distanziamento fisico tra bambini, tra bambini e personale e tra personale e genitori. Prescrive modalità separate di entrata e uscita e ingressi scaglionati, rimodulazioni degli orari di frequenza, distribuzione degli spazi interni ed esterni con prescrizioni di igiene e sanificazione. Prevede percorsi anti-assembramento per i genitori o familiari che accompagnano i bimbi, l’utilizzo di dispositivi di protezione, norme di igiene di spazi, ambienti e superfici, e uno stretto controllo sanitario sulla presenza di eventuali sintomi, soprattutto negli adulti, educatori e genitori.

Apripista

«Siamo pronti a condividere la nostra bozza con le altre Regioni e il governo, e a confrontarci con le linee guida nazionali attualmente in discussione nei ministeri per l’Istruzione e la Famiglia - ha detto Lanzarin. Il nostro intento è di avviare quanto prima un'esperienze pilota, con l’avallo della comunità scientifica, perché siamo consapevoli che famiglie e bambini non possono attendere». «Sia chiaro - ha sottolineato  Donazzan - servono risorse aggiuntive, sia per adeguare le strutture, sia per ampliare gli organici. I gestori, pubblici e privati, non possono essere lasciati soli nel fronteggiare i maggiori oneri».

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