Il rinnovo del contratto dei portuali passa attraverso lo sciopero
Braccia incrociate dalle 6 del mattino a Venezia e Chioggia per l'astensione nazionale proclamata dalle sigle confederali. La trattativa si è bloccata lo scorso aprile
Si sblocca, non nel senso sperato, la fase di stallo in cui è finita, lo scorso 12 aprile, la trattativa per il rinnovo del Ccnl dei lavoratori dei porti. Le sigle Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti nazionali hanno proclamato 24 ore di sciopero unitario giovedì 23 maggio. A Venezia e Chioggia i lavoratori saranno in presidio dalle 6 davanti all'entrata del porto di Marghera, davanti alla darsena della Fincantieri in via del Commercio, e al porto di Chioggia in Val Da Rio.
Il contratto
«Il Ccnl (Contratto collettivo nazionale di lavoro) dei porti ha un ruolo fondamentale in termini di equità e per la sostenibilità e capacità competitiva del settore - scrivono Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti -. L'ampia partecipazione delle compagnie di navigazione e di fondi finanziari negli assetti societari di porti italiani fa registrare un condizionamento sul tavolo contrattuale - affermano -. Una strategia che punta a ricavare tagli di costi a spese dei lavoratori e delle condizioni di sicurezza».
Conflittualità
«Inaccettabile - dicono - non voler concordare le conseguenze della futura automazione del lavoro portuale sui lavoratori. A causa della indisponibilità datoriale, su temi quali la difesa del lavoro e le sue peculiarità, si è aperta una stagione conflittuale. Inaccettabile anche il rifiuto delle aziende di mettere risorse per creare un fondo che consenta ai lavoratori di andare anticipatamente in pensione».