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Educazione: Veneto maglia nera del Nord, ma i ragazzi in difficoltà tra i più resilienti d'Italia

Secondo il rapporto di Save the Children, 9 bambini su 10 non frequentano il nido in Veneto, 4 su 10 non leggono libri. Ma i giovani in condizioni disagiate tra i più bravi a reagire

Infanzia, Veneto: Italia paese vietato ai minori. Secondo il rapporto “Nuotare contro corrente. Povertà educativa e resilienza in Italia” di Save the Children, il Veneto è la maglia nera tra le regioni del nord per maggiore povertà educativa: 9 bambini su 10 non vanno all’asilo nido, 9 classi su 10 delle scuole secondarie non offrono il tempo pieno, più di 2 alunni su 5 sono senza mensa a scuola, 4 ragazzi su 10 non leggono libri e non fanno sport e più di 1 su 4 non naviga in internet. Tra gli aspetti positivi: nella regione solo il 6,9% dei ragazzi abbandona gli studi prima del tempo, ben al di sotto della media nazionale, e quasi la metà dei minori svantaggiati riesce ad attivare percorsi di resilienza e emanciparsi dalle condizioni di svantaggio delle loro famiglie.


La povertà educativa in Veneto

Esaminando in dettaglio i singoli parametri che compongono l’Indice di povertà educativa, si osserva che nel nostro Paese quasi il 14% dei ragazzi abbandona gli studi precocemente, una delle percentuali più alte in Europa e che raggiunge livelli ancor più elevati in Sicilia (23,5%), Sardegna e Campania (18,1%). In Veneto, tuttavia, tale percentuale si attesta al 6,9%, la seconda migliore in Italia dopo l’Umbria (6,9%). Nella regione, 9 bambini su 10 non vanno all’asilo nido o non frequentano servizi per la prima infanzia, oltre la media nazionale (87%). Più della metà delle classi della scuola primaria (54%) e più dell’80% di quelle della scuola secondaria, inoltre, in Veneto, non offrono l’opportunità del tempo pieno agli studenti, a fronte di percentuali nazionali rispettivamente del 66% e dell’86%. Più di 2 alunni veneti su 5 (42%), inoltre, non accedono al servizio di mensa scolastica, poco meglio della media nazionale (49%), e ben al di sotto di regioni ancora più virtuose da questo punto di vista come Valle d’Aosta (29,1%) e Liguria (30%).

Attività culturali

Per quanto riguarda la partecipazione dei minori alle attività culturali e ricreative, l’IPE ci dice che più del 40% dei minori in Veneto non legge libri (53% a livello nazionale); più di 1 su 4 (26%) non utilizza internet (valore nazionale al 29%) e quasi il 42% non fa sport (dato nazionale: 43%). Inoltre, il 66,5% non va a teatro (69% in Italia), quasi la metà non visita mostre o musei (contro il 55%), il 79% non assiste a concerti (contro il 77%) e il 68% non visita siti archeologici (69% in Italia).

Ragazzi resilienti

In Veneto, tra i minori quindicenni svantaggiati quasi la metà (45%) riesce a raggiungere le competenze minime sia in matematica che in lettura, riuscendo così a emanciparsi dalle condizioni familiari di partenza, la seconda percentuale più alta in Italia, dopo la Lombardia (46%) e ben al di sopra della media nazionale del 26%. Ề al nord, del resto, che si registrano le percentuali più alte di minori resilienti. Ad eccezione della Liguria (27%), infatti, nelle regioni settentrionali più di 1 minore su 3 è resiliente; al centro tale percentuale si attesta tra il 20% e il 30% mentre al sud e nelle isole cala sotto la soglia del 20%, con Calabria e Sicilia in fondo alla classifica (rispettivamente al 12% e 14%). 

L’Organizzazione rilancia oggi la campagna "Illuminiamo il futuro" per il contrasto alla povertà educativa e avvia la petizione on line su www.illuminiamoilfuturo.it per chiedere il recupero di tanti spazi pubblici in stato di abbandono e degrado su tutto il territorio nazionale da destinare ad attività extrascolastiche gratuite per i bambini, grazie ai quali potrebbero di fatto raddoppiare la possibilità di migliorare le proprie competenze. 

Alla petizione, accompagnata sui social dall’hashtag #italiavietatAiminori, si legano i 10 luoghi simbolici vietati ai minori in Italia. 

Dal 14 maggio al via una settimana di mobilitazione con centinaia di eventi in tutto il Paese, in cui sono coinvolte realtà locali, associazioni, scuole, enti e istituzioni culturali.

Il Punto Luce di Marghera

Dall’avvio della campagna nel maggio 2014, Save the Children ha attivato su tutto il territorio nazionale 23 Punti Luce, spazi ad alta densità educativa, che sorgono nei quartieri e nelle periferie maggiormente svantaggiate delle città, per offrire opportunità formative ed educative gratuite a bambini e ragazzi tra i 6 e i 17 anni.  Tra questi il Punto Luce di Venezia Marghera, inaugurato a dicembre 2016 e attivato in partnership con Cooperativa sociale Itaca, dove finora più di 160 bambini e ragazzi hanno usufruito delle diverse attività, tra cui sostegno allo studio, laboratori artistici e musicali, promozione della lettura, accesso alle nuove tecnologie, gioco e attività motorie. Solo nel 2017, inoltre, sono stati coinvolti circa 190 genitori.

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