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Zaia approva i varchi a Venezia e rilancia: "Rendiamo la città visitabile su prenotazione"

Per frenare il turismo selvaggio, propone il governatore, va fatto anche di più: a partire da un tetto massimo alle presenze. I vantaggi? "Via le folle, e poi sappiamo chi sei"

L'esperimento dei varchi nei punti critici di Venezia incassa l'approvazione del presidente della Regione, Luca Zaia. "Penso che il sindaco Luigi Brugnaro abbia fatto bene a porre la questione, non si deve dare vita a una guerra tra guelfi e ghibellini", ha detto venerdì a margine della festa dell'Esercito a Padova. La soluzione adottata per la prima volta nei giorni del ponte del Primo Maggio è stata molto dibattuta (e criticata), ma secondo Zaia è la via giusta. E non bisogna fermarsi qua.

Numero massimo

"Siamo tutti d'accordo - ha spiegato - che Venezia è un museo a cielo aperto e non può sopportare oltre un certo numero di turisti, poi potremo discutere sulla quantità. Tolti i residenti, coloro che alloggiano nelle strutture ricettive e coloro che lavorano a Venezia, ci resta una quarta categoria, quella dei visitatori giornalieri: si stabilisca un numero e si faccia in modo che la visita alla città sia prenotabile come il posto al cinema, al teatro o in treno. Non ci vedo nulla di trascendentale".

Fattore sicurezza

Quindi Zaia ha esposto gli aspetti positivi di questo approccio: "Eviteremmo viaggi inutili a chi si trova il tornello chiuso, eviteremmo folle che vanno a intasare la città, ma soprattutto avremmo un altro vantaggio, cioè che sappiamo chi sei".

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