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3V Sigma, parla il testimone. «Uno degli ustionati diceva: spogliatemi, ho caldo»

Matteo Ferrazzo, un dipendente, ripercorre i momenti dell'incendio allo stabilimento di Porto Marghera, venerdì scorso. Il commento di Bettin: «Reazione del Comune troppo tiepida». Nei canali Lusore – Brentella e darsena Rana permane la presenza di inquinanti

«Un forte fischio e un boato e la nube scura che mi veniva incontro. Avevo il telefono in mano, quella è stata la fortuna. Il sangue freddo mi ha fatto chiamare subito i pompieri. Ho detto che stavamo saltando per aria con lo stabilimento, vedevo gente scappare. Ho soccorso uno dei ragazzi feriti, l'indiano, gli ho slacciato la cintura. Diceva: "spogliatemi, ho caldo, ho caldo". Faccio fatica ancora adesso a dormire la notte». Sono le parole di Matteo Ferrazzo, lavoratore della 3V Sigma di Marghera, mentre ripercorre gli attimi dello scoppio e poi delle fiamme alte che hanno avvolto in poco tempo i due impianti dello stabilimento,  venerdì scorso (gli altri intervistati sono Paolo Bizzotto, segretario della Cisl Venezia, Giuseppe Callegaro segretario Femca Cisl Venezia e Marco Bello, rsu Femca Cisl Venezia).

Le condizioni dei coinvolti

I due ragazzi coinvolti nel rogo sono ancora ricoverati, spiega Marco Bello, rsu della Femca Cisl. «Quello che è all'ospedale di Verona è ancora intubato, ma si fatica ad avere informazioni sanitarie perché le danno solo ai parenti. Da giorni dicevamo dei tank di xilene nei piazzali», dice Bello e il sindacalista Femca Cisl Francesco Coco: «Se non ci fossero stati i tank, al di là del fatto che il rischio in fabbrica rimane sempre, forse le conseguenze sarebbero state meno gravi. Bastava ci ascoltassero». Femca incontrerà il prefetto e la Regione nei prossimi giorni. Dal Comune, per ora, nessuna dichiarazione al riguardo.

La catena dei controlli

Rabbia e preoccupazione verso il futuro sono i sentimenti degli operai. «A ottobre scorso avevamo già denunciato l’azienda a causa di gravi carenze riguardo alla sicurezza», dichiarano i dipendenti. «Non è accanimento ma doveroso senso civico registrare una diffusa resistenza a prendere atto delle gravi carenze che hanno accompagnato e seguito il disastro colposo della 3V Sigma di Porto Marghera, con l’incendio divampato e l’inquinamento che ne è seguito», scrive il presidente di Municipalità di Venezia Murano Burano, Giovanni Andrea Martini. «Come se ci fosse una propensione a chiudere un occhio da parte della intera catena di competenze e di controlli, proprio mentre due persone gli occhi rischiano di chiuderli per sempre».

Oltre le responsabilità. Il rilancio

«Comune troppo timido nel porre il problema della responsabilità - commenta il presidente di Municipalità di Marghera Gianfranco Bettin - Non è un giudizio di condanna sommario, sarà la magistratura a fare le indagini e ricostruire quanto è accaduto, ma perché non si è risposto nettamente alle denunce fatte da sindacati e lavoratori? Marghera è una realtà grande e composita. Abbiamo ancora parti in abbandono che vanno messe in sicurezza, ma anche imprese che hanno investito in tecnologia e innovazione, è sbagliato fare di tutta l'erba un fascio - dice Bettin -. Ci sono 2 mila ettari di spazio, 1000 aziende, 15 mila addetti. Si rischia di dare un quadro limitato del problema riportando tutto all'incidente o dicendo che l'intera area non è stata rilanciata. Ma - aggiunge -  alcune domande attendono risposte. Si tratta di un disastro ambientale? Lo sversamento è sembrato gravissimo, nel canale Lusore Brentelle, poi nella darsena della Rana, quindi nei canali industriali e di lì nella vicina laguna e verso il mare. Perché la 3V Sigma non aderisce al Simage, il sistema integrato di monitoraggio ambientale e di gestione delle emergenze? Perché si è consentito all’azienda di ignorare e, anzi, di rigettare le ripetute denunce dei lavoratori e dei sindacati sulle condizioni interne di insicurezza?».

Inquinanti nei canali

In base all'ultimo aggiornamento Arpav (Agenzia per la Prevenzione e Protezione ambientale del Veneto), inviato al Comune e alla Ulss, nelle acque della laguna non sono state riscontrate presenze rilevanti di inquinanti. Questo vale anche nella zona dei banchi di molluschi, tra San Leonardo e Malamocco. Arpav con il supporto della guardia costiera, domenica 17 e lunedi 18 ha effettuato due campagne di controlli e prelievi nei canali e in laguna. Ciò si è reso necessario in seguito all’ingente quantitativo di acque di spegnimento prodotte durante l’emergenza e tracimate per superamento della capacità di stoccaggio. Nei canali Lusore – Brentella e darsena Rana permane la presenza di inquinanti. In alcuni punti all’interno dei canali industriali sono stati rilevati parametri traccianti delle acque di spegnimento superiori al limite di quantificazione ma comunque presenti in tracce a chiara indicazione di riduzione rispetto alle prime misure. 

La Repubblica fondata sul lavoro

«Proprio in questo momento in cui si discute di rilancio, investimenti e di futuro, la salute e la sicurezza dei lavoratori sembrano tristi proclami e convenevoli, non affrontati per quello che sono: ovvero un'emergenza e una macchia per il nostro Paese, che proprio nel lavoro e nella sua dignità trova le sue fondamenta, come dice l'articolo 1 della nostra bellissima Costituzione. Sicurezza sul lavoro e formazione alla sicurezza sono diritti imprescindibili, che devono essere valorizzati e rigorosamente attuati», concludono Massimo Iovine, Edoardo Iuliano, Endri Shtraza, Enrico Trento, Franco Cibin, Marta De Vivo, Matteo Catania, Riccardo Amedeo, Riccardo Pitzalis, Sergio Biancotto, Umberto Pisano: Giovani democratici veneziani.

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