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Cronaca

Brutte notizie per il Comune: spariscono i 7 milioni "promessi"

Il Consiglio dei ministri non ha approvato in tempo il decreto Enti locali promesso dall'Anci. Per Venezia ci saranno 7 milioni e 300 mila euro in meno

Lo scenario per il commissario straordinario Zappalorto si fa ancora più intricato. Nella giornata di martedì infatti, come riportano i quotidiani locali, l'atteso decreto Enti locali non è arrivato in tempo utile, quindi Zappalorto si è trovato a dover licenziare il bilancio aggiungendo un'altra sforbiciata.

I promessi 7 milioni e 300 mila euro infatti, per ora, non ci saranno, quindi inevitabili saranno anche le ripercussioni sul bilancio, come inevitabili ora si presenteranno le proteste.

Il decreto Enti locali sarebbe dovuto arrivare da Roma, promesso dalla stessa Anci, ma ieri il Consiglio dei ministri non l'ha approvato. I dettagli del bilancio si conosceranno solamente nella giornata di mercoledì, quando si capirà dove il commissario ha usato nuovamente la forbice. Aumenti e tagli bilancio maggio 2015 Comune di Venezia
Per ora però si sa che le manovra peserà direttamente nei portafogli delle famiglie con molti aumenti stabiliti per una serie di servizi: ci sono quelli per biglietti e abbonamenti Actv, ma anche quelli per gli scuolabus: da 157,5 euro a 210 per nove mesi di servizio. È stata stabilita inoltre una quota di iscrizione di 50 euro per scuole materne e asili nido e sarà anche aumenta da luglio la tassa di soggiorno a carico di chi alloggia nel territorio comunale in b&b, case vacanze, alloggi turistici e ad uso turistico. I ticket mensa inoltre saliranno a 4 euro per le materne e a 4,25 per le primarie, oltre al pagamento di 50 euro per ogni iscrizione. Ci sono poi gli aumenti delle tariffe nei parcheggi su strisce blu, con l'eliminazione della fascia oraria gratuita all'ora di pranzo. Infine i cimiteri, con rincari anche di 6 volte, e i rifiuti, con la Tari aumentata in media dl 4 per cento.

Un vero salasso quindi per le famiglie veneziane. Una piccola speranza però è ancora viva. I 7 milioni e 300 mila euro potrebbero arrivare nel caso il Consiglio dei ministri riesca a deliberare giovedì o venerdì, e si sa che la speranza è l'ultima a morire.

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