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Cronaca

Abbav: «Non siamo la causa dell'esodo»

Cichellero: «Venezia perde 734 abitanti all'anno, 501 a causa di morte». Bellati: «Con i Comuni divisi tutto b&b a posto». «Ristrutturazioni e acquisti inaccessibili senza lavoro»

Affitti turistici, appartamenti e b&b a Venezia. A prendere la parola lunedì sera, nella sala dei Laneri della Scuola di Santo Stefano, gli affittacamere di Abbav (associazione b&b alloggi turistici Veneto). Il dato di partenza, secondo i numeri del commercialista Giorgio Cichellero, è l'aumento esponenziale. «Nel 2013 i b&b, regolarmente registrati, erano 2 mila e 800. Due anni dopo sono saliti a 3250. Nel 2017 l'impennata: a Venezia contate 6 mila strutture di questo tipo. Nel 2019 salgono ancora a 7400». Eppure, dice Tommaso Bortoluzzi, tecnico Abbav, «non sono i b&b la causa dello spopolamento della città lagunare». Il fenomeno, per Bortoluzzi, è iniziato molto prima.

Spopolamento

«È il decesso dei residenti la colpa dell'esodo», dice Cichellero. In particolare, precisa in un resoconto inviato successivamente, «dal 2000 al 2018 abbiamo 734 unità perdute all'anno di cui, sempre mediamente, 501 dovute al saldo naturale negativo e 233 riconducibili ad un esodo volontario». Cichellero sottolinea di non far parte di Abbav, ma di aver compiuto degli studi per proprio conto. «Non è mia intenzione prendere le posizioni per l’una o l’altra fazione, ma di contribuire a rendere il dibattito maggiormente informato e costruttivo, al fine di permettere di adottare i provvedimenti realmente più opportuni ed efficaci per la città e per il bene pubblico», spiega. «Zero nascite - aggiunge infine - anche a causa della mancanza di opportunità di lavoro, tranne nel settore turistico. Non perché non ci sono case».

Seconde case e case vuote

«Su 40 mila e 500 appartamenti totali, disponibili a Venezia, quelli adibiti a locazioni per i visitatori sono circa 5000 - dice Bortoluzzi -. Dei 35 mila rimanenti, 20, 25 mila mila sono case dei residenti, che sono 50 mila in centro storico: la famiglia tipo è di due, tre persone. E le altre case, o sono immobili adibiti a seconde abitazioni, o sono chiuse. Perciò - conclude il tecnico di Abbav - quegli stabili non andrebbero comunque ad aumentare il numero dei residenti in città». Né si spiegano le ristrutturazioni, numerose a Venezia, con costi da 2000 euro a metro quadro. «Non ammortizzabili se non attraverso reinvestimenti di altro tipo, rispetto ad affitti da 800 euro al mese».

Self check in

Il problema resta l'abusivismo, le prenotazioni non dichiarate, quelle degli escursionisti» che non lasciano traccia, afferma Bortoluzzi. «Gli estero su estero», che non versano tasse per le attività perché hanno la sede in altre parti del mondo. Anche il self check in, con codice per l'ingresso alla camera, che permette di gestire la locazione senza reception né presenza alcuna sul posto, «va scoraggiato», per Abbav. Perché «slega completamente un'attività dalla famiglia che si immagina abbia un legame stabile con il posto». La mancanza di posti qualificati, ben pagati, di lavoro, «quelli che permetterebbero di comprare casa in centro storico a 4 mila euro al metro quadro, distingue Venezia da Milano. «Lì le case ne valgono 7 mila - dice il tecnico Abbav -. Eppure gli acquirenti esistono e non sono solo stranieri, come avviene nel 75% dei casi a Venezia».

«Non siamo delinquenti»

«Abbiamo voluto questo incontro, aperto alla città, per dire che non siamo un elemento negativo», dice Bortoluzzi. Il saluto delle istituzioni lo porta l'assessore al turismo Paola Mar. Ci sono anche il consigliere Fucsia Maurizio Crovato, la consigliera 5 Stelle Elena La Rocca, il consigliere Renzo Scarpa del Gruppo Misto, Giovanni Giusto delegato alle Tradizioni -. Diamo lavoro a un indotto di 20 mila addetti. In una città dove l'unico settore che funziona è il turismo, in assenza di alternative, creiamo opportunità». È in sala anche Gian Angelo Bellati, che si inserisce nel dibattito spiegando i benefici, derivanti dall'autonomia, in caso di vittoria del Si al referendum di separazione fra Venezia e Mestre, per le locazioni turistiche. «Con i Comuni divisi sarebbe tutto a posto con i b&b».

Il commento del Gruppo25Aprile

«Riteniamo necessario ristabilire la verità dei fatti, quali risultano da un monumentale accesso agli atti dell'anagrafe comunale che copre 12 anni. L'analisi di tali dati, qui allegata, dimostra come il saldo migratorio abbia inciso mediamente per il 30% sul saldo negativo complessivo, con l'aggravante che a non trovare casa a Venezia sono le giovani coppie in età da figli, ossia la generazone che potrebbe invertire il saldo "naturale" fra nati e morti. Di conseguenza, il saldo migratorio incide a sua volta sul saldo cosiddetto "naturale". Il nostro impegno è invertire le cause di questo esodo, che sicuramente sono molteplici e comprendono la mancanza di occasioni di lavoro non collegate alla monocultura turistica. Chi invece si limita a negarlo perde ogni credibilità, come ha ben capito il sindaco Brugnaro che invece, con il nuovo regolamento edilizio, sta provando a mettere un qualche timido paletto alla proliferazione incontrollata di strutture ricettive che tolgono ogni spazio alla residenzialità. I dati allegati non mentono e sono stati elaborati da ricercatori indipendenti». 

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Elaborazione di Margherita Belgioioso per il Gruppo25aprile, sui dati ottenuti con accesso agli atti dell'anagrafe comunale nell'agosto 2018. «Prendiamo atto - specifica Marco Gasparinetti portavoce del Gruppo25Aprile - delle precisazioni fornite: i dati sono questi, di tutto il resto si può discutere quando c'è l'onestà intellettuale di riconoscerlo». «I dati che ho presentato - afferma Cichellero - riguardano solo il centro storico e non anche le isole. I dati in variazioni percentuale forniti dal Gruppo25Aprile, che sicuramente sono corretti, riguardano invece la città d'acqua e le isole. Stiamo quindi confrontando mele e pere. I dati che ho fornito sono del Comune di Venezia. L'intenzione è quella di collaborare sulla base di dati condivisi, per individuare le migliori soluzioni per Venezia e per tutti i veneziani».

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