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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Segnaletica ingannevole delle Ztl a Mestre: Adico vince tutti i ricorsi

Annullate quasi 200 contravvenzioni, relative al periodo di spegnimento notturno delle telecamere nel 2011, Garofolini: "Perché il Comune non collabora anche su via Colombo?"

VINTI TUTTI I RICORSI

Possono finalmente tirare un sospiro di sollievo i 19 automobilisti finiti lo scorso anno nella scivolosa rete dell’inganno tessuta dalla segnaletica di Mestre. Nel corso della conferenza stampa tenutasi stamattina nella sede di via Volturno 33 a Mestre, l’Adico, Associazione Difesa Consumatori, ha annunciato la propria vittoria: il giudice di pace di Mestre ha, infatti, accolto tutti i ricorsi presentati nel 2011 dall’ufficio legale di Adico contro il Comune di Venezia, per le sanzioni inflitte agli automobilisti che, confusi dalla segnaletica ambigua delle Ztl, erano transitati sotto le telecamere accese, incappando nell’infrazione.

L'Adico ha assistito personalmente i 19 automobilisti, per un totale di 193 verbali impugnati (una media di 10 multe ciascuno, con alcuni casi arrivati a 16). Le contravvenzioni erano relative al primo periodo in cui il comune di Venezia aveva sperimentato lo spegnimento notturno delle telecamere: allora la segnaletica ai varchi presentava una doppia schermata luminosa che si alternava, riportando le scritte “Ztl non attiva dalle 20.00 alle 6.30” e “per le sole autovetture”. Un’informazione che i legali dell’Adico nei ricorsi hanno definito “ambigua e sibillina”. Dopo questa raffica di ricorsi, il Comune aveva provveduto a riaccendere le “X” rosse luminose, rendendo così più chiara la segnaletica.

Un successo che Adico vuole comunque condividere con Ca’ Farsetti: “I ricorsi sono stati vinti anche grazie alla collaborazione dell’amministrazione comunale, che si è dimostrata molto disponibile e ha compreso l’atteggiamento costruttivo con cui abbiamo portato avanti le azioni legali, cogliendo l’occasione per migliorare la segnaletica e renderla più chiara” spiega il presidente di Adico, Carlo Garofolini, nel corso della conferenza.

IL CASO DI VIA COLOMBO

Un atteggiamento collaborativo che, tuttavia, viene poi a mancare con riferimento al caso delle multe in via Colombo: “non capiamo perché”, prosegue Garofolini “il Comune e in particolare l’assessore alla Mobilità Ugo Bergamo si stia dimostrando così inflessibile”.

Non viene negata la bontà di quanto fatto per informare preventivamente la cittadinanza sull’entrata in vigore del nuovo divieto, tuttavia “è chiaro che se ci sono centinaia di persone con una dozzina di multe ciascuna, spesso prese nell’arco di poche ore, se non di pochi minuti, non si tratta certo di dolo. Siamo di fronte a vittime di una tecnologia, un meccanismo automatizzato che non dà alcun miglior servizio ai cittadini, ma finisce per vessarli”. In questo modo, conclude Garofolini, “la gente percepisce solo un desiderio di far cassa”.

Nell’ultima settimana, sono almeno 30 le persone che si sono rivolte all’Adico, in alcuni casi in preda alla disperazione: cassintegrati a 500 euro al mese con quasi 1.200 euro di multe da pagare, madri single che usavano il motorino per andare a lavoro e sono state multate 7 volte, fornitori che passavano per via Colombo decine di volte al giorno per consegne e prima di accorgersi del divieto. I numeri del fenomeno obbligano, quindi l’Adico a intraprendere nuovamente la strada del ricorso: “Non c’è nessuna volontà di accanimento politico da parte nostra contro il Comune”, ma “non c’è alternativa”.

IL RICORSO DEL COMUNE

A spingere verso la strada del ricorso è, poi, un’ulteriore questione che l’ufficio legale Adico sta seguendo in prima persona: il comune di Venezia ha deciso di ricorrere in appello contro la decisione del giudice di pace di Mestre, che nel 2010 aveva annullato le multe prese da un socio ai varchi Ztl, per un permesso quinquennale scaduto.
La vicenda è quella del signor Roberto De Rossi, residente in una laterale di via Torre Belfredo, a Mestre. Con le sue 16 multe, per un importo complessivo di 1.481,60 euro, prese tra il 2 e il 15 febbraio 2010, è andato di persona al giudice di pace per fare ricorso.
All’udienza, la controparte (cioè il Comune di Venezia) non si era presentata e alla fine il cittadino aveva ottenuto ragione, con l’annullamento, quindi, dei 16 verbali.

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