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Cronaca Mirano

Da Mirano fino a Seoul, parte dopo la laurea e diventa una superstar

Alberto Mondi ha 31 anni e oggi si divide fra trasmissioni televisive, interviste e contratti pubblicitari. La partenza dopo gli studi a Ca' Foscari

Parte per la Corea, diventa una star. E' l'incredibile storia di Alberto Mondi, miranese che quando ha preso il volo verso l'oriente certamente non si sarebbe mai aspettato qualcosa del genere. La sua idea, da neolaureato 23enne, era di passare là un paio di mesi per fare un'esperienza e migliorare la propria conoscenza delle lingue orientali: le cose sono andate diversamente, e sette anni dopo Alberto vive ancora a Seoul, dove si è affermato dal punto di vista lavorativo e, soprattutto, è diventato un personaggio popolare in televisione e sui social network. Lo riporta il Gazzettino.

Un percorso sorprendente, quello di Alberto, ragazzo venuto dalla provincia veneziana che ora viene fermato per le strade della metropoli coreana per autografi, foto, interviste. Tutto è iniziato dopo il diploma al liceo Majorana di Mirano e la laurea in lingue orientali ottenuta a Ca' Foscari: un tirocinio all'ambasciata italiana di Seoul, poi il lavoro al lancio della Peroni Nastro Azzurro in Corea, infine la posizione di capo-zona per i concessionari Fiat. Ma la vera svolta arriva lo scorso luglio, grazie al proprietario di un locale a cui vendeva la Peroni: Mondi entra nel cast di "Non-Summit", programma televisivo in cui 11 stranieri discutono di attualità in coreano. La trasmissione è un successo enorme, viene seguita anche in Cina, Taiwan, Russia e Turchia: con momenti memorabili, come quello in cui Alberto si cimenta nell'imitazione in dialetto veneto di un gondoliere veneziano.

Presto arrivano anche i contratti con grandi marchi, che lo chiamano per girare spot: Samsung, Nescafè e Sony, ma anche i cosmetici Clinique, una marca di pizza coreana e una agenzia di autonoleggio. Insomma, Alberto è diventato rapidamente un personaggio di grande successo, con 300mila follower su Instagram e oltre 13mila su Twitter. Lui racconta di apprezzare la cultura coreana e di essersi adattato bene: certo, la nostalgia di casa c'è, soprattutto quella della campagna miranese. A Seoul non c'è nulla del genere.

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