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Cronaca

Apollo e Dafne, l'arazzo lascia il posto al dipinto immenso: esposizione senza cornice

Tutte le domeniche di marzo e aprile, dalle 11 alle 17, con cadenza oraria, visita guidata gratuita compresa nel biglietto d’ingresso

Come l’arte, che è in eterno divenire, così la mostra “Da Kandinsky a Botero. Tutti in un filo” a Palazzo Zaguri si rinnova. Il grande arazzo “Apollo e Dafne”, riproduzione più che perfetta del dipinto di Corrado Cagli, ha lasciato il posto al quadro originale dell’artista marchigiano, concesso dall’archivio Cagli di Roma proprio per proseguire un dialogo artistico  che parte da lontano.  Narra la leggenda, infatti, che Cagli non abbia mai voluto vedere il proprio capolavoro affiancato all’arazzo perché, a suo dire, superiore come brillantezza al quadro stesso.

L'opera

L’arazzo ad alto liccio, tessuto nel 1967, 2 metri e 90 centimetri per 5 metri e 30 centimetri, realizzato da cinque tessitrici per novemila ore di lavoro, ossia nove mesi di tempo, sabato compreso, è tornato alla Fondazione Cassa di Risparmio di Asti. Al suo posto, è arrivato a Palazzo Zaguri il quadro, un metro e mezzo per tre metri, che l’ha ispirato. Notevoli anche le dimensioni del quadro, tanto che l’archivio romano ha concesso ai tecnici di Palazzo Zaguri la rimozione della cornice affinché il dipinto potesse attraversare indenne la scalinata dell’antico palazzo veneziano. Ed è proprio così, senza cornice, per ricordare ancor più il connubio dipinto-arazzo, che è stato esposto.

Altre novità

Ma il quadro di Cagli non è l’unica novità a Palazzo Zaguri. Due opere pittoriche di Ugo Gangheri, realizzate su sacchi da caffè sottoposti a detessitura, arricchiscono il percorso espositivo, in stretto dialogo con gli arazzi dedicati a “Il lavoro” di Mario Sironi e al “Padiglione delle donne” di Paul Klee. Proprio nella sala del telaio ad alto liccio è esposto “Il lavoro”, quasi a ricordare quanto l’arte sia al contempo umile e immensa, esattamente come l’opera di alto artigianato delle tessitrici di arazzi di Ugo Scassa, ritratte in visita al Colosseo nella nuova gigantografia che chiude la mostra, in quella che fu la vacanza premio dopo la consegna degli arazzi per il salone delle feste della nave Leonardo Da Vinci.

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