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Cronaca Vicolo Cieco Racchetta

L'appello di una mamma: "Costretta a vivere in un magazzino senza riscaldamento"

Elisa, 37 anni, sta tentando di riprendersi la sua vita: "Pago 450 euro al mese per 20 metri quadri, ma sono senza lavoro. Sono costretta a vivere lontana dalle mie figlie. Chiedo aiuto"

"Da novembre vivo senza riscaldamento, lontana dalle mie bambine. E' tutto così difficile". Elisa, 37 anni, un passato tribolato che l'ha costretta ad allontanarsi da Venezia per più di un anno, vive in venti metri quadri. "Non è una casa, è praticamente un magazzino - spiega - e lo pago 450 euro al mese". La vita è stata dura con questa donna, alle prese con un ex marito violento e con la necessità di lasciare Venezia per un determinato periodo di tempo, per evitare guai. "Sto provando a ripartire con tutte le mie forze - spiega - ma lancio un appello: aiutatemi". Ogni giorno è uguale al precedente: girandola di colloqui e il tentativo di trovare un lavoro stabile, che le permetta di pagare quell'affitto per un "tugurio" in calle Racchetta che è l'unico tetto che può avere sopra la testa. Senza riscaldamento (c'è una stufa elettrica) e senza lavatrice: "Fisicamente non ci sta - spiega - e per fortuna che sono magra. Altrimenti non riuscirei nemmeno a usare il bagno. Ci sono momenti nella giornata di forte sconforto". 

Le due figlie piccole vivono con il padre di una di loro: "So che ci vorrà del tempo prima di poterle riabbracciare - continua Elisa - devo riuscirci per gradi. Perché comunque anche con un lavoro il Tribunale direbbe che non ho le possibilità economiche di mantenerle. Ce la voglio fare, ma la situazione per ora è quella che è". Tradotto: niente lavoro (o solo qualcosa di saltuario) e la necessità di volta in volta di trovare qualcuno che le presti la lavatrice. Altrimenti niente bucato. Poi c'è quel freddo che ti penetra nelle ossa, persistente: "E' tutto umido - racconta - l'altro giorno sono uscita fuori e non sentivo più i piedi. Al punto che una barista mi ha offerto una cioccolata calda. Sembravo un fantasma". 

Il tutto è corredato da muffa sulle pareti, una madre con cui non ci sono rapporti da due anni e la richiesta da parte della padrona di casa di sloggiare per dieci giorni dal 29 febbraio: "Dice che io non posso pagare e che così due soldi se li fa - dichiara Elisa - ma dove vado? E soprattutto potrò rientrarci?". Dubbi su dubbi, mentre la vita scorre come sempre. Difficile e impietosa. "Sono tornata a Venezia a maggio, il mio ex mi massacrava di botte - racconta - ho trovato subito lavoro come barista, poi come camieriera stagionale. Ora più nulla. Oggi non so nemmeno se c'è il sole o no e se arriva l'acqua alta a 125 centimetri vado sotto. In alto c'è la muffa, ma non chiamo l'ufficio igiene altrimenti mi buttano fuori. Ho pensato anche di buttare giù qualche porta e di occupare - conclude - ma non sono fatta per quelle cose. Rischio di perdere la residenza e di conseguenza di fare domanda per un alloggio comunale. Ho voglia di lavorare, non mi tiro indietro. Voglio riconquistare la mia vita alla luce del sole, ma ho bisogno di aiuto".

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