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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Marghera

Con la casa piena di "droga di Hitler", cuoco - pusher finisce in manette a Marghera

Le manette sono scattate nei giorni scorsi ad opera dei carabinieri della compagnia di Mestre. Venerdì si è tenuta l'udienza di convalida a Venezia. Sequestrate 500 pasticche

La chiamano la "droga di Hitler" o la "droga della pazzia". Di certo è uno stupefacente che ben poche volte ha fatto capolino in territorio veneto, mentre è in voga nei Paesi del Sud Est asiatico. Nella notte tra martedì e mercoledì i carabinieri della compagnia di Mestre hanno arrestato un 33enne di nazionalità bengalese, cuoco in un ristorante a Venezia, per spaccio.

Nell'abitazione di Marghera che condivide con altre 4 persone, infatti, sono state sequestrate 500 pasticche di "yaba", uno stupefacente che può provocare paranoia e perdita di lucidità, eccesso di euforia e di energia che spesso sfociano in episodi di violenza irrefrenabile. Per questo motivo il bengalese è finito in manette e venerdì mattina è comparso davanti al giudice per la convalida.

Al termine dell'udienza si è optato per la custodia cautelare in carcere per il bengalese, che si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il suo avvocato presenterà ricorso al riesame, se non altro per ammorbidire le modalità di custodia. Al 33enne sono stati sequestrati anche 5mila euro in contanti, che secondo l'accusa potrebbero costituire il provento di spaccio. Rilievi rispediti al mittente dal cuoco, secondo cui la mattina che ha preceduto l'arresto avrebbe prelevato la paga di luglio, di 2.600 euro, e gli altri soldi sarebbero invece dei suoi coinquilini.

Una tesi che sarebbe stata suffragata anche dal suo datore di lavoro. Il 33enne è in Italia dal 2003 e risulterebbe incensurato, con madre e figli che vivono ancora in Bangladesh. Intanto continuano le indagini dei militari per far luce sui motivi per cui in quell'appartamento fosse pieno di "yaba", che in quanto eccitante viene utilizzato anche per sopportare carichi di lavoro lunghi e faticosi. Si attendono i risultati degli esami tossicologici per capire il "tasso" di metanfetamine nelle pasticche. 

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