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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca San Marco / Piazza San Marco

Terremoto separatisti, 24 arresti: "Col carro armato a San Marco"

Manette e perquisizioni all'alba di mercoledì. Procura: "Tanko vera arma da guerra". Il blitz a Venezia forse nella campagna per le Europee. Custodie per un ex parlamentare, ex Serenissimi e presidente LIFE

La rivolta popolare avrebbe dovuto iniziare da piazza San Marco. Sempre lì. Sempre con un "tanko". Stavolta, però, secondo la Procura di Brescia, con un'arma da guerra vera e propria. Di più. Tutt'attorno tra i manifestanti che avrebbero dovuto raggiungere il salotto della città ci sarebbero dovuti essere anche degli affiliati con in mano armi leggere. Pistole per il cui reperimento ci sarebbero stati contatti con la malavita albanese.

Un "Tanko" li seppellirà: le foto dal web

"PIU' PERICOLOSI DEI SERENISSIMI" - Un terremoto vero e proprio quello che dalle prime ore di mercoledì ha interessato i movimenti separatisti veneti. Diversi gli epicentri della vicenda, a cavallo tra la vicina Lombardia e la nostra regione. Di certo, però, l'inizio della "liberazione" sarebbe dovuta arrivare all'ombra del Campanile, come nel 1997. Con l'assalto dei Serenissimi. Tra i "nuovi" arrestati figurano anche due membri della spedizione precedente: Luigi Faccia e Flavio Contin, quest'ultimo di Casale di Scodosia. Proprio dov'è stato sequestrato il "tanko". Un mezzo cingolato da 40 tonnellate già provato a salve. A dimostrazione che era ben diverso da quello dei Serenissimi. Più pericoloso. La "liberazione", secondo la Procura bresciana, avrebbe potuto arrivare presto. In coincidenza con il periodo delle elezioni europee. A rigor di logica, del resto, sarebbe stato il periodo più propizio per ottenere visibilità sui media nazionali.

"ORGANIZZAZIONE EVERSIVA" - Le indagini sono durate tre anni, e hanno scoperchiato una organizzazione segreta, chiamata "Alleanza", che aveva ramificazioni in Lombardia, Veneto e anche con movimenti indipendentisti sardi. Al tempo il battesimo dell'associazione fu a Erbusco, in un ristorante. Il 26 maggio 2012. Ventiquattro sono le persone raggiunte da ordinanza di custodia cautelare (sedici in Veneto), di cui due ai domiciliari. In virtù dell'età avanzata. In manette l'ex presidente di LIFE Veneto Lucio Chiavegato e l'ex parlamentare (e fondatore della Liga Veneta) Franco Rocchetta. La Procura non ha accertato contatti "eversivi" con altre iniziative politiche e mediatiche fiorite in questo periodo, come il referendum di "Plebiscito.eu" o la storia recente della Lega Nord (considerata dai presunti eversori come "troppo morbida").

ARMI E CARRO ARMATO - Sequestrate durante le perquisizioni ai 51 indagati, nessuno pare del Veneziano, anche pistole e fucili con relativo munizionamento. Tutte bocche da fuoco regolarmente denunciate, a differenza di quella installata sul carro armato artigianale, costruito partendo da una pala meccanica Fiat. Con ogni probabilità, ricalcando il piano già adottato dai Serenissimi, sarebbe poi stato nascosto all'interno di un telonato e trasportato fino a piazzale Roma. Lì, poi, magari di notte, caricato su una chiatta per raggiungere San Marco. Secondo gli ideatori dell'associazione segreta, di cui la base ignorava le finalità eversive contestate dalla Procura, a quel punto alcune porzioni delle forze dell'ordine avrebbero potuto prendere le parti dei rivoltosi, fomentando di conseguenza la popolazione.

DIRETTORIO E AMBASCIATE - Era in fase di costituzione anche un "direttorio" che avrebbe dovuto poi trattare la secessione del Veneto con il governo italiano. Anzi, erano già stati avviati contatti per l'apertura di ambasciate in Serbia e Svizzera. Era stato anche aperto un conto corrente dedicato in un istituto di credito. Insomma, le operazioni avevano subito una accelerazione. Per questo con ogni probabilità le forze dell'ordine, che ritengono di aver scoperto l'intera organizzazione attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, oltre che pedinamenti e attività dinamiche, hanno deciso di intervenire ora.

AFFILIATI SCHEDATI - In mattinata sono state sequestrate anche alcune schede di iscrizione con nome e cognome in cui si mettevano nero su bianco ruoli e obblighi dell'affiliato in "Alleanza". Un'arma anche ricattatoria, visto che in questo modo si forniva una prova documentale della propria partecipazione al progetto. Alcune schede sarebbero state sequestrate mercoledì mattina, e verranno di conseguenza analizzate. Tra gli indagati anche il direttore del quotidiano "L'Indipendenza” Gianluca Marchi.

TUTTI A SAN MARCO - "Esprimo la mia totale solidarietà e vicinanza a Franco Rocchetta, Lucio Chiavegato (ex presidente della LIFE, ndr), Luigi Faccia, Flavio Contin e a tutti i patrioti arrestati questa notte con accuse che appaiono fin d’ora risibili - commenta Gianluca Busato di Plebiscito.eu, che dopo aver lanciato un iniziale invito a radunarsi tutti mercoledì sera in piazza San Marco per "una manifestazione pacifica, con le bandiere", aggiusta il tiro e, in una seconda nota stampa, dichiara come l'appuntamento veneziano sia stato vietato dalle forze dell'ordine (Busato parla di "minacce di repressione violenta"), e propone quindi un contro-raduno a Vicenza, per l'11 aprile.

IL COMMENTO DI CACCIARI - "Si tratta di un gesto inconsulto che riguarda più la psichiatria con la politica - dichiara l'ex sindaco di Venezia Massimo Cacciari - Non c'entra assolutamente nulla con 17 anni fa. Allora il contesto era completamente diverso perché c'erano partiti politici che potevano rappresentare qualcosa. Certo che fare rumore intorno a questo può indurre personaggi più deboli a gesti che possono anche diventare pericolosi. Io ho cercato di dialogare con i federalisti di allora, oggi ci sono alcuni politici irresponsabili. Allora dissi che serviva un federalismo serio".

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