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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Pianiga

Razzie nei magazzini di mezza Italia, all'alba scatta la retata: arresti e denunce

Maxi operazione dei carabinieri di Chioggia, con l'appoggio della Dia. Una ventina le ordinanze di custodia. Furti per totali 5 milioni di euro. A Pianiga colpo da 200mila euro

Per ora sono sedici le ordinanze di custodia cautelare eseguite dai carabinieri sulla ventina in tutto firmate dal giudice. Una retata che ha interessato dall'alba di lunedì diverse regioni italiana al termine delle indagini condotte dai militari della compagnia di Chioggia, in collaborazione con la Dia di Venezia. Nel mirino una banda che agiva in quasi tutto il Nord Italia e in parte del Sud, per un bottino complessivo stimato sui 5 milioni di euro. Il reato ipotizzato è di associazione per delinquere per commissione di furti, che prevede pesanti pene fino a 30 anni di carcere.

TUTTI I DETTAGLI DELL'OPERAZIONE - VIDEO

Gli indagati sono di origine foggiana e legati da vincoli di parentela. L’operazione, che vede il supporto delle articolazioni locali dell’Arma nonché della Dia, si sviluppa principalmente a cavallo dei territori di Foggia, Bologna, Lodi, Bergamo, Napoli e Bari. A mettere sulla strada giusta gli inquirenti un maxi furto di capi d'abbigliamento a luglio 2014 ai danni di Movimoda, ditta di stoccaggio di capi di abbigliamento di pregio a Pianiga, per un valore di 200mila euro. 

Presa la banda milionaria, furti a ripetizione

La tecnica impiegata era sempre la stessa: la banda faceva scattare gli allarmi diverse volte, la prima entrando e spruzzando sul sensore una sostanza o trasparente o bianca, rendendo il sensore "cieco"; dopodiché un nuovo ingresso, se scattava un altro sensore uscivano e continuavano con lo spray. Di volta in volta tagliavano i cavi del sistema d'allarme e con un sistema "jammer" (disturbatore di frequenze) riuscivano a bloccare l'utenza telefonica. Erano molto veloci: entravano in azione una quindicina di persone, riempivano i carrelli, entravano con il loro camion e se ne andavano. Una volta usciti erano "staffettati", si muovevano con due auto davanti e due dietro. Ognuno aveva un compito preciso: chi era autista del camion (erano tre), chi doveva "staffettare", chi eseguire i sopralluoghi e controllare le telecamere. Dopo il furto di Pianiga i carabinieri hanno rilevato alcuni elementi utili, tra cui una forbice, uno scontrino e, soprattutto, la targa di un camion e lo stemma cancellato sulla fiancata grazie alle riprese di una telecamera.

Sono 33 i colpi accertati tra luglio 2014 e febbraio 2016, tra quelli tentati e quelli riusciti, avvenuti in magazzini di diversa tipologia imprenditoriale (abbigliamento, scarpe, rubinetteria, fitofarmaci) per un valore totale della merce che si aggira sui cinque milioni di euro. Perquisizioni sono in corso per recuperare la refurtiva. Una ventina quelli avvenuti in Veneto, quindici in Emilia Romagna, uno nelle Marche, uno in Umbria. Oltre a quattro camion con rimorchi la banda aveva disponibilità di un mezzo pesante refrigerato (per un tentato furto di latticini nella zona di Parma): si appoggiavano ad un magazzino vicino all'uscita autostradale di Altedo (Bologna), sede di un'attività lecita di uno dei capi di organizzazione che si occupava di consegna di legna porta a porta. I bancali venivano svuotati e ricostituiti con bolle false, poi tutta la merce il giorno dopo finiva al Sud.

Gli arrestati sono quasi tutti originari di Cerignola, in provincia  di Foggia. Ci sono un padre e tre figli, un altro padre con un figlio. Tutti già noti alle forze dell'ordine, tutti recidivi per reati contro il patrimonio. Un paio sono stati fermati in provincia di Lodi, gli altri a Cerignola. Trovato anche denaro contante, oltre ad una serie di pompe idrauliche frutto di un'incursione ad una ditta di produzione mosto in provincia di Padova: valore 80mila euro

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