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Cronaca

Galan in carcere a Opera, prima notte tranquilla per ex governatore

L'onorevole arrestato martedì dopo l'autorizzazione della Camera ha raggiunto il penitenziario milanese verso l'una. Si trova nel centro clinico

Mentre i suoi legali chiedono per lui al Riesame (che dovrà rispondere entro la settimana) la scarcerazione, e in subordine gli arresti domiciliari, per la non sussistenza di gravi indizi di colpevolezza, l'onorevole ed ex governatore del Veneto Giancarlo Galan ha trascorso la sua prima notte da recluso nel carcere milanese di Opera. Il suo arrivo nel penitenziario lombardo verso l'una di mercoledì, dopo che nel primo pomeriggio di martedì la Camera aveva approvato la richiesta d'arresto inviata a Roma dalla Procura di Venezia per lo scandalo Mose (DETTAGLI).

ARRESTO GALAN: TUTTI I DETTAGLI

Il reato contestato è di corruzione. Il deputato è stato trasferito in una cella singola nel centro clinico della casa di reclusione, in attesa che il 25 luglio venga interrogato per rogatoria dal gip di Milano Cristina Di Censo. Il settore clinico del carcere sembra quasi un ospedale vero e proprio. Si tratta di una struttura che si trova all'interno della casa circondariale contraddistinta da una serie di "camere di pernottamento" sia singole che per più detenuti. Proprio in una di queste, da solo, l'ex ministro ha potuto quindi essere seguito in base alle prescrizioni messe nero su bianco dai medici dell'ospedale di Este, dove fino a martedì era ricoverato per una frattura a una gamba. Per far luce sui motivi del ricovero e le effettive condizioni di salute, la Procura di Venezia ha anche sequestrato la cartella clinica del paziente. Ma per i medici di Este non ci sarebbe alcuna dietrologia dietro alle dimissioni di Galan: "Il paziente - ha spiegato il direttore medico, Enrico Agnoletto - è stato dimesso quando si è avuta conferma che il quadro degli esami e quello clinico si erano stabilizzati, e poteva andare a domicilio". "Noi agiamo come medici - ha aggiunto - non valutiamo altre ragioni. Se Galan fosse stato dimesso 'proprio' il giorno prima del voto che cosa si sarebbe detto? La polemica ci sarebbe stata comunque".

Proprio per motivi sanitari sarebbe stato scelto il carcere di Opera: per il tempo necessario Galan potrà infatti essere sottoposto a un monitoraggio sanitario permanente. Gli deve infatti essere controllato il livello di glicemia ogni 4 ore, devono essere somministrate terapie per controllare le apnee notturne e il diabete e deve rimanere con la gamba ingessata "in scarico".

Il centro clinico di Opera (altri simili ci sono nelle carceri di Torino e Parma) è un presidio sanitario legato all'azienda ospedaliera San Paolo, dove invece anni fa è stato aperto un vero e proprio reparto di "alta sicurezza" per il ricovero dei carcerati e dove per esempio ora si trova Bernardo Provenzano.

Il carcere di Opera è, da un lato, un carcere di massima sicurezza, nel quale sono detenuti anche molti presunti boss di mafia e 'ndrangheta, e dall'altro è un carcere modello anche per le attività lavorative che si svolgono al suo interno (alcuni ergastolani lavorano nei laboratori presenti nel penitenziario). Ad Opera sono detenuti, di solito, anche chi sta scontando pene da "colletti bianchi". Ha ospitato l'ex manager dei vip Lele Mora, quando fu arrestato per la bancarotta della sua Lm Management. E sempre nel carcere a sud di Milano sono detenuti i presunti organizzatori della cosiddetta "cupola degli appalti", tra cui Primo Greganti e Gianstefano Frigerio, arrestati lo scorso 8 maggio nell'inchiesta milanese con al centro anche lavori dell'Expo.

IL PROCURATORE NORDIO: "POTEVA DIFENDERSI ALLA CAMERA - "Ieri (martedì, ndr), al di là del fumus persecutionis, che la Camera ha riscontrato non esistente nei confronti dell'onorevole Galan - ha dichiarato il procuratore aggiunto a Venezia Carlo Nordio - si è verificato un episodio abbastanza singolare: si era discusso molto sulla eventualità di un rinvio per poter consentire al diretto interessato di potersi difendere in Parlamento, cosa che se conforme alla prassi a noi sembrava assolutamente giustificata se l'impedimento fosse risultato assoluto".

"Ora - ha proseguito il magistrato - a parte il fatto che il Parlamento nella sua assoluta sovranità non ha ritenuto di dover rinviare, il fatto singolare consisteva nella circostanza che mentre si svolgeva il dibattito alla Camera sul rinvio, era già stata firmata dalla direzione sanitaria dell'ospedale dove l'onorevole era ricoverato una lettera di dimissioni che è stata poi acquisita agli atti e dalla quale emerge una patologia perfettamente compatibile con un trasporto in Parlamento per difendersi".

"Le fotografie del diretto interessato con un piccolo gesso - ha concluso il procuratore - hanno fatto il giro d'Italia e ricordiamo che in Parlamento più di una volta sono andati parlamentari con l'ossigeno o in barella. Nemmeno noi sapevamo questo. Una vicenda abbastanza paradossale perché si é discusso sul nulla".

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