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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Vigonovo / Via Giuseppe Toniolo

Pirata investì 40enne e lo uccise Arrestato un pusher nigeriano

Lo spacciatore trentenne è stato incastrato dai danni ancora visibili sulla sua Rover 200 a mesi di distanza dall'incidente a Tombelle di Vigonovo

Era stato investito a maggio scorso. E fino a qualche giorno fa il pirata che lo aveva travolto e ucciso non aveva un nome. Il mistero sulla morte di Liu Haiping, 40enne di nazionalità cinese, è rimasto tale per circa dieci mesi. Quando poco prima delle 22 del 23 maggio si è messo in marcia a piedi per tornare nella sua residenza a Tombelle di Vigonovo. Nel bel mezzo del tragitto, però, dopo aver giocato alle slot machine in un bar di Stra, la vittima è stata colpita in pieno da dietro da un automobilista. Cinque minuti dopo le 22.

Un impatto devastante, in via Toniolo, che fece volare il malcapitato nel campo adiacente. Senza scarpe. A trovarlo il giorno seguente due agricoltori, che hanno lanciato l'allarme. Sul posto sono intervenuti i carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Chioggia. Subito si era capito che ci si trovava al cospetto di un pirata della strada, visto che a terra, in carreggiata, sono stati sequestrati alcuni pezzi di plastica (la mascherina del radiatore) di una Rover 200.

Un modello non certo molto diffuso, ma pur sempre che conta circa un migliaio di proprietari in Veneto. Da quel momento, però, sono partite le indagini. Che hanno portato all'arresto per omicidio colposo, guida senza patente, omissione di soccorso e spaccio continuato di stupefacenti di un 30enne nigeriano, O.A., senza fissa dimora. La svolta, infatti, si è registrata a gennaio, quando i carabinieri della tenenza di Mira arrestano il pusher (trafficava in cocaina in gran parte della Riviera del Brenta) e si accorgono che i danni sulla Rover che guidava avrebbero potuto essere compatibili con quelli del veicolo del pirata.

La certezza la si è avuta nelle settimane successive, quando i Ris di Parma hanno "certificato" che quella era l'auto "colpevole". Sui jeans della vittima, infatti, sono stati trovati depositi di materiale plastico nero compatibile con la Rover 200 e sulla mascherina di quest'ultima sono state rinvenute invece delle fibre tessili compatibili con i jeans di Liu Haiping. Era lei. Nessun dubbio. Tanto più che il segnale telefonico del 30enne arrestato ha agganciato le celle vicine al luogo della tragedia proprio nel momento in cui è avvenuto l'investimento mortale. Le tessere del mosaico, dunque, sono andate tutte al loro posto (comprese le testimonianze di sette clienti del pusher che hanno dichiarato come la sera dell'incidente alla guida della Rover ci fosse proprio lo spacciatore nigeriano) arrivando quindi all'esecuzione dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere disposta dal tribunale di Venezia.

Una ordinanza eseguita direttamente al carcere "Due Palazzi" di Padova, dove il 30enne nel frattempo si trovava rinchiuso. L'uomo non è nuovo a questo tipo di incidenti: già circa tre anni fa venne denunciato per omissione di soccorso dopo aver causato un incidente con feriti.

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