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Cronaca Vigonovo / Parco Sarmazza

Stupratore seriale semina il panico sul Brenta, preso presunto mostro

Un 38enne romeno di Camponogara deve rispondere di quattro violenze su altrettante donne bloccate sull'argine e costrette a subire abusi

Quattro le donne che hanno subito violenza sull'argine del Brenta. Ma potrebbero essercene delle altre. V.B., 38enne di nazionalità romena, del resto, è accusato di essere lo stupratore seriale che ha seminato il panico dal marzo scorso sull'argine del Brenta. Prima a Vigonovo, poi a Piove di Sacco, in seguito a Mira e, alla fine, sempre a Vigonovo. Chiudendo il cerchio degli abusi.

Il cerchio, però, sono convinti di averlo chiuso anche i carabinieri del comando di compagnia di Chioggia e i comandanti delle varie stazioni locali della Riviera. Il 38enne nel tardo pomeriggio di martedì è stato bloccato nella sua abitazione di Camponogara che condivideva con la compagna ed è stato sottoposto a fermo indiziario di delitto, in attesa che venga convalidato dal gip. I militari l'hanno bloccato per il pericolo di fuga e, soprattutto, per il rischio che venissero perpetrati altri reati simili.

L'ULTIMA AGGRESSIONE: LO STESSO LUOGO DELLA PRIMA

Come detto, la prima aggressione fu il 27 marzo scorso a Vigonovo. La vittima stava facendo jogging nel parco Sarmazza quando, nel pomeriggio, è stata bloccata e trascinata sull'argine da un aggressore spuntato fuori dalla fitta vegetazione. Palpeggiamenti, minacce di morte. Un coltello per intimare alla donna di non fiatare e subire. Fortunatamente per la malcapitata l'arrivo di un passante ha costretto il 38enne a sopire le sue voglie represse. Proprio la denuncia della vittima alla stazione dei ccarabinieri di Vigonovo si rivelerà preziosa per le indagini. La donna, infatti, aveva minuziosamente descritto ai militari lo scooter con il quale il violentatore era scappato: una tinta tra il verde e l'azzurro, parabrezza danneggiato nella parte superiore e del nastro adesivo marrone apposto alla bell'è meglio per ripararlo. Lo stesso che venne descritto dalla vittima di un'altra delle quattro aggressioni e da alcuni residenti vicino all'argine. Un elemento su cui lavorare per gli inquirenti. Anche perché con il passare del tempo è parso sempre più sicuro che ci fosse uno stupratore seriale in azione.

LA PRIMA AGGRESSIONE: INIZIA L'INCUBO

Il secondo episodio contestato a V.B., infatti, risale alla mattina del 18 aprile scorso, quando una donna (le vittime hanno tutte un'età compresa tra 40 e 50 anni) è stata all'improvviso bloccata dal 38enne e trascinata con forza sull'argine. La malcapitata era impietrita dal terrore, anche perché il violentatore era molto corpulento. Feroce. In questo caso nessun passante ha scombinato i piani del delinquente. Nessuno ha potuto fare nulla. E la violenza è andata fino in fondo, lasciando cicatrici indelebili su chi l'ha subita. Non contento, gli assalti si sono ripetuti ancora. Un mese più tardi, il 17 maggio, il presunto stupratore si sposta a Mira, sull'argine del canale Novissimo. Identico il modus operandi: il mostro spunta dal nulla e blocca la sua preda. La trascina in un luogo appartato e la costringe a soddisfare le sue voglie. Si fa masturbare, poi la donna scappa. E l'incubo per lei si chiude.

Appena una settimana più tardi, nel pomeriggio del 25 maggio, l'ultima aggressione accertata. Ancora a Vigonovo, ancora nel parco Sarmazza sul Brenta. Donna solitaria fermata, trascinata, minacciata e poi costretta a praticare sesso orale sul suo aggressore. Tutte le vittime hanno descritto ai carabinieri, a volte accompagnate dai compagni, a volte indotte a segnalare ciò che avevano subito anche dagli articoli di giornale, l'accendo dell'Est Europa del violentatore. Il suo aspetto fisico. I suoi indumenti. In due casi il motorino e il casco con cui poi era sparito nel nulla. Tutti elementi che ora incastrano il 38enne, che in casa aveva il parabrezza danneggiato (lo scooter intanto era stato venduto), il casco e alcuni vestiti identici a quelli descritti dalle donne.

Il cerchio ha iniziato a stringersi grazie a un controllo stradale effettuato dai militari a Camponogara. A metà aprile viene intimato l'alt a un motorino simile a quello delle aggressioni. A bordo una donna (la compagna del fermato) e lo stesso V.B., operaio in malattia per un infortunio al ginocchio. Le indagini proseguono, grazie anche ad appostamenti in borghese e la collaborazione dei cittadini. Fino ad arrivare all'epilogo di martedì. In due casi le donne sono anche andate al pronto soccorso per dolori a spalle e collo. Tutte hanno però riconosciuto (in lacrime) il motorino e la faccia del mostro, compresa una quinta vittima "mancata" che il 25 maggio, qualche ora prima dell'assalto di Vigonovo, aveva subito un approccio simile sul Brenta a Bojon. Solo l'arrivo contemporaneo di un passante ha evitato per lei il peggio.  

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