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Cronaca

"Attireremo giovani ricercatori, per un'università più attiva ed europea"

Assemblea generale di Ca' Foscari lunedì. Il rettore Bugliesi: "Avanti sulle residenze e sul digitale. Per il futuro servono trasparenza e metodo"

Trasparenza e metodo. Ma non solo: anche nuove tecnologie, dialogo col territorio e tentativo di avvalersi delle idee di giovani ricercatori d'eccellenza in grado di arricchire l'universo che gira attorno a Ca' Foscari. Lunedì mattina è andata in scena, dopo cinque anni, l'assemblea generale di Ca' Foscari all'auditorium Santa Margherita. Una promessa del neo rettore Michele Bugliesi, all'insegna della trasparenza. "Perché non ci sono solo le questioni di merito, ma anche quelle di metodo", ha spiegato più volte durante il suo discorso iniziale, in cui si sono messe a fuoco le linee guida della nuova gestione d'Ateneo.

Tre i principi cardine: qualità della didattica, della ricerca e dei servizi agli studenti: "Perché noi dobbiamo avere una capacità attrattiva di energie nuove, continueremo a investire su questo - ha sottolineato Bugliesi, intenzionato quindi a portare a Ca' Foscari giovani ricercatori d'eccellenza - e continueremo a dialogare con il territorio". Su questo punto è entrata in gioco la Fondazione Ca' Foscari, al centro di polemiche negli ultimi tempi che chiedevano maggiore trasparenza nei bilanci e nei rapporti di interscambio finanziario tra le due realtà. I conti sono stati scodellati proprio dal rettore: "L'anno scorso Ca' Foscari ha passato alla Fondazione sette milioni di euro, nel 2015 saranno sei - ha spiegato - ci torna tutto indietro sottoforma di servizi. Ma il ruolo delle Fondazioni deve essere preciso: dialogare con il territorio, perché l'Ateneo da solo ha risorse solo per didattica e ricerca".

Dunque non verrà tolto il piede dall'acceleratore in fatto di eventi e manifestazioni in grado di fornire visibilità a Ca' Foscari, come l'ArtNight, lo Short Film Festival o Incroci di Civiltà. Dopodiché si cercheranno di instaurare rapporti sempre più stretti con le altre fondazioni culturali (c'è l'M9 all'orizzonte per esempio). Attraverso ciò, dunque, la nuova gestione d'Ateneo intende anche trasferire la tecnologia dalla ricerca alle imprese, in modo da arricchire il territorio veneziano. Un circolo virtuoso per far crescere i ricercatori lagunari, non perdendo di vita il progresso digitale. Anche in fatto di comunicazione.

"Tutto questo è possibile se saremo 'attivi' nella selezione del personale - continua Bugliesi - che cercheremo di stabilizzare. Abbiamo possibilità d'assunzione superiori rispetto all'anno scorso e ne approfitteremo. Serve un'Università più europea e più giovane, una sfida anche per il Governo". Ma non c'è solo la ricerca, c'è anche la didattica: "Il numero di immatricolati è in tenuta - dichiara il rettore - segno che la qualità dei nostri corsi di laurea è evidente. Ma serve potenziare l'accoglienza per rendere più attrattivo l'intero Ateneo, per questo stiamo avviando i primi passi burocratici con il Comune per la residenza di San Giobbe e gli alloggi di via Torino a Mestre. Ce lo richiedono dall'estero per i programmi di scambio. Dobbiamo - conclude - trovare comunque soluzioni ottimali per gli spazi didattici dove ci sono criticità. Lo faremo all'insegna della trasparenza ma anche del metodo".

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