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Cronaca

Controlli antiterrorismo, nautica nel caos: "Confusione, si correrà a destra e a manca"

La critica arriva da Assonautica Venezia, non per il provvedimento, ma per le modalità di messa in pratica. Bisognerà dichiarare arrivi e partenze a polizia di frontiera o carabinieri

La nautica continua a soffrire. Non importa se l'Italia ha 8mila chilometri di costa e un potenziale economico di primo livello, la tassazione di Monti e poi la crisi hanno infatti pesantemente penalizzato questo settore. Ora arriva dall'Europa un nuovo regolamento anti terrorismo che creerà non pochi disagi per chi si appresta a partire in vacanza per la Croazia: bisognerà dichiarare l'espatrio alla polizia di frontiera dal momento che si tratta di un paese extra Shengen. Un obbligo che esisteva già, ma che ora non si può evitare: la Croazia comunica infatti chi entra nei suoi porti, e da verifiche incrociate, non si può più sfuggire al controllo, pena sanzioni di 350 euro.

La critica di Assonautica non riguarda il principio, ma le modalità di messa in pratica. "In Croazia - spiega Elena Magro, direttrice dell'associazione - il diportista ha sempre dovuto comunicare l'arrivo e la partenza, ma lo fa nel porto in cui arriva o parte. Qui in Italia non siamo attrezzati allo stesso modo, bisogna correre da una parte all'altra per portare i documenti. E ogni località ha modalità diverse. Nel 90% dei casi bisogna recarsi alla polizia di frontiera e laddove non c'è, se ne occupano i carabinieri. Ma ovviamente gli uffici non sono situati nei porti come in Croazia. A Venezia se ne occupa la polizia di frontiera e bisogna recarsi vicino a Piazzale Roma, a Caorle invece bisogna recarsi prima dai carabinieri e poi anche in capitaneria di porto".

"Siamo alla follia - commenta il presidente di Assonautica di Venezia Roberto Magliocco - e si tratta dell'ennesimo colpo al turismo nautico. Qualcuno cerca di venire incontro ai diportisti e ti fa portare la documentazione a ridosso della partenza, altri invece vogliono il giorno stesso facendoti fare giri tra gli uffici. Abbiamo dovuto fare un'ampia ricerca per dare le comunicazioni corrette ai nostri soci. Possibile che non si possa fare come la questura di Ravenna che ti permette di mandare tutti i documenti via mail e al controllo con le attività di frontiera si esibisce la mail con la ricevuta di lettura attestante l'avvenuta comunicazione e quindi del controllo? Ci auguriamo che questa modalità possa diventare una regola per tutti".

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