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Cronaca

Ater, dal primo marzo in vigore nuovi canoni di locazione

Il comunicato dei presidenti delle aziende provinciali del Veneto. In arrivo comunicazioni e bollettini. «Retroattività da luglio 2019. A breve i conguagli»

Nuovi canoni di locazione degli alloggi di edilizia pubblica residenziale dal primo marzo 2020. La comunicazione è stata data congiuntamente da tutti i presidenti provinciali delle Ater della Regione Veneto che, con i Comuni interessati, stanno inviando in questi giorni le lettere e i relativi bollettini precompilati agli oltre 40 mila inquilini assegnatari di un alloggio pubblico di proprietà di Ater, Comuni o municipalizzate.

Conguagli e retroattività

I nuovi canoni, ricalcolati grazie all’utilizzo della piattaforma regionale che raccoglie tutte le informazioni dei nuclei assegnatari e degli immobili destinati a edilizia residenziale pubblica, hanno valore retroattivo, a partire dal primo luglio 2019. Nella quasi totalità dei casi i nuovi conteggi determinano riduzioni del canone dovuto: le aziende territoriali delle sette province venete provvederanno a restituire agli assegnatari quanto percepito in più dal primo luglio scorso, data di applicazione delle novità introdotte con la legge regionale 39 del 2017. Gli importi dovuti saranno ripartiti in più mensilità e dovranno essere corrisposti nel più breve periodo possibile, comunque in ogni caso entro il 31 dicembre di quest’anno.

Condizioni

I conguagli comportano complessi ricalcoli che vanno adeguati da caso a caso in quanto nel frattempo ci possono essere state modifiche dei dati reddituali, della composizione del nucleo familiare o altri fattori che sono intervenuti a modificare le condizioni oggettive in cui si trovano gli assegnatari di alloggi. Queste le principali novità per gli inquilini Ater:

1) il limite di reddito Isee per poter mantenere il diritto all’alloggio  pubblico sale da 20 mila a 35 mila euro per gli assegnatari storici, cioè per gli inquilini entrati in base alla vecchia legge 10 del 1996;
2) la permanenza è garantita, indipendentemente dal reddito, se nel nucleo familiare è presente un anziano over 65 o una persona disabile;
3) per gli inquilini che hanno ottenuto un alloggio pubblico in base alla nuova legge 39 del 2017 la soglia di reddito annuo per mantenere il diritto all’alloggio sale da 20 a 26 mila euro;
4) l’importo del canone deve essere sterilizzato dall’eventuale applicazione dell’Iva (che è quindi a eventuale carico delle aziende e non degli assegnatari degli alloggi).

Situazione patrimoniale

Inoltre, sono state introdotte alcune modifiche nel calcolo della situazione economica dell’inquilino e quindi del valore del canone: il valore massimo del canone sopportabile scende dal 25 al 18% del reddito del nucleo assegnatario. Per i nuclei con redditi fino a 15 mila euro annui moltiplicati per il corrispondente valore della scala di equivalenza e con patrimoni mobiliari fino a 50 mila euro, si prevede una franchigia di 20 mila euro, migliorativa rispetto alla franchigia massima prevista dalla normativa nazionale Isee, che valuta la situazione economica tenendo conto del reddito di tutti i componenti, del loro patrimonio (valorizzato al 20%) e, attraverso una scala di equivalenza, della composizione del nucleo familiare (numero
dei componenti e loro caratteristiche). Nel caso in cui l’inquilino sia titolare di immobili non alienabili o non fruibili, potrà richiedere al nucleo tecnico di analisi una rivalutazione del proprio Isee e quindi del valore del canone.

Dimensione alloggi

Nel caso in cui l’assegnatario abiti un alloggio con dimensioni superiori di oltre il 50% rispetto a quelle previste dal nuovo regolamento regionale, potrà scegliere tra due alternative: la mobilità in altro alloggio di dimensioni inferiori e con canone ridotto, oppure mantenere l’alloggio in assegnazione pagando il relativo canone. Per gli assegnatari con redditi fino a 15 mila euro annui moltiplicati per il corrispondente valore della scala di equivalenza che abbiano evidenziato un significativo incremento del canone di locazione a seguito della legge 39 del 2017, gli aumenti saranno graduali, spalmati nell’arco di tre anni. Per i nuclei dove almeno un componente ha più di 75 anni e un Isee inferiore a 6 mila euro si applica il canone minimo di 40 euro fino al primo rinnovo contrattuale, purchè siano in regola con il pagamento dei canoni precedenti e delle spese per i servizi accessori.

I ricalcoli

Le Ater (nonché i Comuni e le agenzie municipalizzate di gestione del patrimonio pubblico) nel determinare i valori medi immobiliari comunali ai fini del calcolo del canone, applicheranno agli alloggi le categorie inferiori scadente e normale, anziché quelle superiori normale e ottimo: la diversa classificazione potrà determinare una diminuzione dei relativi valori degli affitti. La legge 39 del 2017 ha riformato i criteri di assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica: i contratti di locazione ora sono temporanei e soggetti a rinnovo e i canoni sono parametrati non solo alla qualità e alla superficie dell’alloggio, ma anche alla situazione economica e patrimoniale degli inquilini. Per circa l’85% degli assegnatari l’applicazione dei nuovi canoni comporta una riduzione, a volte anche molto consistente, del canone mensile, mentre per il restante 15% l’aumento del canone è determinato in misura preponderante alle mutate e migliorate condizioni economiche del nucleo assegnatario e quindi alla presentazione di valori di Isee più elevati.

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