rotate-mobile
Cronaca San Donà di Piave / Via Brusade

Audi gialla, continua la caccia ai due complici: "Gli stessi che colpirono a Bolzano nel 2011"

L'autista del sodalizio, 36enne albanese, è stato arrestato in Grecia. La sua impronta è su un biglietto dell'autostrada. I compari sarebbero connazionali, riconosciuti da più persone

Spregiudicato, sicuro di sé. Non solo perché al volante era un "campione", ma anche perché non si nascondeva a chi gli faceva i complimenti per quel bolide (un'Audi gialla Rs4 per gli appassionati non passava inosservata). L'errore della banda dell'Audi gialla è stato anche il suo punto di forza: una macchina così riconoscibile ha indotto i media a cavalcare la vicenda e ha attirato l'attenzione di passanti in più riprese, anche quando ancora non aveva percorso autostrade contromano e non c'erano state sparatorie delle forze delll'ordine. 

Per questo l'autista della banda (ma gli inquirenti avrebbero in mano forti elementi sugli altri membri del sodalizio, due cittadini albanesi) è stato arrestato martedì al confine tra Albania e Grecia. Si tratta di un 36enne già destinatario di ordinanza di custodia cautelare spiccata dalla procura di Bolzano per furti, rapine e ricettazione commessi 5 anni fa. Quei furti non li ha commessi da solo, ed è possibile che i complici d'allora fossero proprio quelli che hanno seminato il terrore a gennaio 2016 a Nordest. Una sorta di "revival", dopo quanto riuscirono a combinare nel 2011.

Gli elementi a carico dell'arrestato sono numerosi. Tant'è vero che a un certo punto il 36enne assieme ai compari ha dato alle fiamme l'Audi gialla ed è scappato all'estero. Lasciando addirittura i propri vestiti dove si nascondeva, vicino al punto dove è stata trovata la carcassa annerita del bolide. Sapevano che le forze dell'ordine stavano per chiudere il cerchio. In primis il presunto autista è stato visto da una donna mentre con i complici stava cercando di forzare una cassaforte trafugata il 21 gennaio in un'abitazione di via Brusade a San Donà. La donna parcheggia in via Tessere proprio a fianco dell'Audi, due giovani sono accucciati per non farsi vedere (sono i compari). Armeggiano sulla cassaforte. Uno ha un martello in mano. Alla domanda su che cosa stessero facendo, il conducente dell'Audi (l'arrestato) mette in moto. Fu un colpo da 80mila euro. Nove giorni prima, il 12 gennaio, in località Lagosanto, nel Ferrarese, l'Audi gialla (ancora non "famosa") attirò l'attenzione di un residente. Quest'ultimo accostò con degli amici per fare i complimenti al conducente per la bellezza dell'auto, rubata il 26 dicembre 2015. Era il 36enne, riconosciuto grazie alle foto segnaletiche. Un riconoscimento ritenuto "di peso" dal giudice.

Ma la prova regina, che inguaia il 36enne a differenza degli altri due complici, ancora in libertà, è l'impronta del dito indice lasciata sul tagliando dell'autostrada utilizzato per percorrere la tratta tra San Donà di Piave e Vicenza ovest. Per capire cosa accadde serve tornare ai due furti perpetrati nella cittadina del Veneziano: la banda dell'Audi scappa e raggiunge il casello della A4. Lì l'autista raccoglie il biglietto e si "avventura" per l'arteria a pagamento. Il bolide viene intercettato dalla polizia stradale di Padova e ne scaturisce un inseguimento che continua in territorio vicentino. L'Audi procede a 200 all'ora (in quei giorni di follia si toccò un picco di 260 chilometri orari) e semina le forze dell'ordine. A quel punto decide di uscire al casello di Vicenza Nord. Per pagare, però, serve inserire il tagliando. E per farlo serve prenderlo in mano. E' stato allora che il 36enne ha lasciato l'impronta del proprio dito indice, identificata poi dal Ris di Parma. I tempi coincidono: i furti, l'inseguimento, l'orario di uscita dal casello. Per questo il giudice ha chiesto un mandato di cattura europeo. Per questo il 36enne si trova ora in carcere in Grecia, in attesa di tornare in Italia per il processo. Deve rispondere di ricettazione, resistenza a pubblico ufficiale e furto continuato e aggravato in abitazione. "Reato per cui la pena potrebbe essere superiore ai 20 anni", ha dichiarato il procuratore aggiunto Carlo Nordio. La folle corsa per il pilota dell'Audi gialla potrebbe essere proprio al capolinea.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Audi gialla, continua la caccia ai due complici: "Gli stessi che colpirono a Bolzano nel 2011"

VeneziaToday è in caricamento