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Cronaca Tessera

Autonoleggio in aeroporto: in una ditta in appalto spunta il lavoro nero

La denuncia all'ispettorato riferita della Filt Cgil di Venezia. Il settore è quello del lavaggio e pulizia al rientro dal leasing: «Niente dispositivi di sicurezza e contratti qualunque, quando presenti»

Prezzi stracciati e offerte sul noleggio auto all'arrivo a destinazione in aeroporto. Non è tutto oro quel che luccica. Almeno non al Marco Polo di Venezia, secondo quanto riferito dal sindacato Filt Cgil veneziano, che ha denunciato la presenza di lavoro nero in una delle ditte in appalto che cura il lavaggio e la pulizia delle macchine al rientro dal leasing.

Appalti e lavoro

«La società francese di noleggio auto presente allo scalo di Tessera - spiega Eleonora Martellotti della sigla Cgil - esternalizza in appalto questo tipo di servizi a varie ditte. In una, che è in scadenza, abbiamo rilevato condizioni occupazionali e salariali indecenti - afferma -. La società in questione ai tavoli nazionali firma e si impegna ad applicare il contratto del settore ai lavoratori. Ma poi dà in appalto tutto l'indotto, attribuendo l'incarico al costo più basso, disinteressandosi delle condizioni di lavoro che quaste aziende, che gli ruotano attorno, applicano a chi lavora. Parliamo di uno scalo con una domanda di servizi in crescita continua, logisticamente in espansione, e che ha investito e sta investendo per ampliare e adeguare le piste e migliorare i collegamenti. Non sono tollerabili atti di svilimento e sfruttamento del lavoro».

Contrattazione di sito

«Le conseguenze per la qualità dei servizi, l'immagine del Marco Polo e della città sono devastanti - continua Valter Novembrini segretario della Filt Cgil -. Abbiamo proposto a Save di assumersi una responsabilità. In termini di obbligo di applicare il contratto dell'autonoleggio per tutti gli operatori del settore». Sembra infatti che separare e appaltare le mansioni che gravitano attorno a un servizio principale crei un mondo a sè privo di controlli e tutele. Chi difende il lavoro vuole che il committente si assuma la responsabilità di tenere insieme tutte le parti di un servizio in termini di trattamento del lavoro e delle imprese in appalto. «Serve - spiega Novembrini - una contrattazione di sito, a cominciare da una Rls (rappresentanza della sicurezza del lavoro) comune. Questo non solo per l'autonoleggio, ma per ogni altro comparto impiegato nel funzionamento dell'area aeroportuale: la vigilanza notturna, la ristorazione, il commercio, ecc.».

Facility

«Nel caso in cui abbiamo denunciato il lavoro nero - riprende Martellotti - stiamo parlando di operatori, una decina in tutto, che, a differenza di quelli dell'autonoleggio Avis, ad esempio, non hanno dispositivi di protezione individuale e sono esposti alle intemperie, per l'assenza di una facility. Non sono attrezzati per svolgere il loro lavoro. Per non parlare dei contratti. Chi del commercio, chi di qualsiasi altro tipo, quando presenti. Tutti fuorché quello di settore che ha la clausola sociale, quindi la garanzia di continuità occupazionale al termine dell'appalto».

Il futuro

Non è rosa il futuro per questi 10 lavoratori, stranieri e italiani, che stanno per passare alla cooperativa subentrata alla precedente per il car care, spiega la sindacalista. «Non verrà applicato il contratto dell'autonoleggio, sarà a termine e con l'obbligo di diventare soci. Hanno mantenuto il posto perché la nuova società era interessata e li ha convocati uno a uno singolarmente. Stiamo seguendo il percorso per capire come andrà anche nel caso degli altri appalti che stanno per scadere - conclude - per cui continueremo a sostenere l'applicazione del contratto di settore e la clausola sociale».

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