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Mercoledì, 17 Aprile 2024
Cronaca

Avis, crescono le donazioni a Mestre e San Donà. Situazione critica nel Miranese

Il bilancio 2015 della sezione provinciale dell'Associazione parla di crescita nella raccolta ma anche nel trasfuso. In ripresa la situazione a Venezia, dopo 12 mesi da dimenticare

Cresce la raccolta di sangue, ma anche il trasfuso. Ma non basta. Il bilancio del 2015 dell'Avis provinciale di Venezia dice che le sacche messe da parte sono state in totale 43.027 (42.735 nel 2014), mentre quelle fornite ai pazienti sono state 42.113 (41.623 nel 2014), con una differenza rispettivamente di 292 e 490 unità in più. I dati sono stati presentati venerdì mattina dal presidente dell'Associazione, Giorgio Brunello, e dal neo direttore del Dipartimento Immunotrasfusionale della provincia Gianluca Gessoni, a Mestre.

"Lo scorso è stato un anno in chiaroscuro, - ha spiegato Brunello - con momenti difficili nei mesi di aprile e luglio, quando il trasfuso ha superato il raccolto, e un buon autunno. Dal 2014 l'Avis con le proprie sezioni comunali ha attivato l'Ufficio di chiamata in modo da mobilitare i donatori specificamente sul gruppo sanguigno di cui c'è bisogno nel singolo momento. Ora è necessario aumentare sia il numero dei donatori, sia la media procapite di donazione, che attualmente è inferiore alle 2 volte l'anno a fronte di una possibilità massima di 4 per gli uomini e 2 per le donne in età fertile".

Il 2015 è stato un anno virtuoso per le zone di Mestre, Chioggia, San Donà e Portogruaro, altalenante invece per Venezia centro storico, che comunque dopo alcune difficoltà sta adesso registrando un'importante ripresa. Molto critica la situazione, invece, per il Miranese e la Riviera del Brenta. "L'aumento del trasfuso si è verificato soprattutto nell'Asl 12 veneziana, in particolare perché l'ospedale dell'Angelo funge sempre di più da centro di riferimento sanitario provinciale, con al proprio interno il servizio di Trauma center ormai a pieno regime - ha sottolineato Gessoni - Questo ha comportato due conseguenze: l'eliminazione delle scorte disponibili in magazzino e la necessità di acquisire altre 300 sacche da fuori provincia per far fronte a tutte le necessità, fermo restando che tutti i pazienti hanno ricevuto il trattamento di cui avevano bisogno".

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