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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Parla la mamma di uno dei ragazzi arrestati: «Non picchierebbe mai per divertimento»

La madre di un 18enne finito ai domiciliari: «La battaglia la vinceremo noi, chi ti conosce sa»

«Chi ti conosce sa chi sei. Chi ti conosce sa che non picchieresti mai delle persone solo per divertimento e che sei il primo a difendere tutti». A parlare è la mamma di uno dei ragazzini considerati dalla polizia membri delle cosiddette baby gang che negli ultimi mesi hanno compiuto rapine e pestaggi tra il centro storico e la terraferma. Lo fa attraverso un post su Facebook, a ventiquattr'ore dall'arresto del figlio, che ha 18 anni e che adesso è ai domiciliari perchè ritenuto coinvolto in un tentativo di rapina ai danni di un cittadino bengalese che risale allo scorso 2 febbraio. 

«La battaglia la vinceremo noi» 

«Chi ti conosce sa - ribadisce la madre - Non preoccuparti, la battaglia la vinceremo noi». Il ragazzo, stando ai risultati delle indagini, avrebbe partecipato al tentativo di rapina, avvenuto intorno alla mezzanotte del 2 febbraio in via Podgora a Mestre. Secondo la ricostruzione della squadra mobile, si sarebbe posizionato alle spalle della vittima impedendole di fuggire, mentre i complici avrebbero colpito il cittadino bengalese con pugni al volto e calci anche in faccia, oltre che con un ombrello. Il gruppo subito dopo si sarebbe allontanato ed era stato successivamente identificato dalla polizia nelle vicinanze.

Gli interrogatori

Il 18enne domani mattina sarà interrogato dal giudice, al quale potrebbe raccontare la sua verità. Domani sarà la giornata in cui saranno sentiti anche il coetaneo di Mestre finito in carcere per nove furti e una tentata estorsione e un 19enne di origini dell'Europa dell'est e residente a Mogliano Veneto, autore di due violenti pestaggi avvenuti il 13 e il 19 gennaio in Campo Sant'Aponal e a San Basilio. Nel primo caso le vittime erano tre ragazzi che erano stati avvicinati dal gruppo di bulli che avevano chiesto loro se avevano droga. Alla risposta negativa, i bulli avevano colpito con un pugno al volto una delle vittime, utilizzando un tirapugni. La stessa arma che era spuntata sei giorni dopo nell'aggressione a tre universitari a San Basilio. Una delle vittime aveva riportato una prognosi di trenta giorni.

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