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Cronaca

Calci, pugni e bestemmie: baby gang al femminile semina il terrore

Non il primo caso. Nel mirino un gruppo di 13enni del Veneziano che si muove tra pestaggi e minacce a scuola e non contro chi diventa "rivale"

Calci, pugni, forse anche sputi. Parolacce e bestemmie. No, in questo caso non stiamo parlando del comportamento di una baby gang "al maschile". Stavolta ciò che emerge è un sottobosco di violenza e soprusi "in rosa". Non molto dissimile dai casi di bullismo raccontati in questi anni dalla cronaca. Anche in laguna. Solo che stavolta protagoniste sono ragazzine di 13 anni che si coalizzano e decidono di dare una lezione alle rivali. Si tratta di episodi avvenuti pochi giorni fa. Recenti. Che fanno il paio con un'altra vicenda simile emersa quest'anno in un istituto mestrino.

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Ora, invece, ci troviamo in provincia. Tra i corridoi di una scuola in cui tutto avviene "sottovoce", perché c'è il rischio della nota o della punizione. Lì si promette ciò che invece avviene fuori dall'istituto di turno. Con le amiche chiamate a coalizzarsi contro la rivale di turno. Questo gruppo di ragazzine si comporterebbe in tutto e per tutto alla stregua di gruppi violenti al maschile. Tanto che la sventurata più o meno loro coetanea fuori da scuola sarebbe stata fatta inginocchiare per poi essere colpita con pedate e pugni. Violenza bruta, da chi proprio non ce la si aspetterebbe. Inevitabile che le forze dell'ordine si stiano muovendo per cercare di arginare un fenomeno che, di recente, ha comunque visto emergere questi due casi. E chissà quanti altri ce ne sono in quel sottobosco costituito da libri di testo, ricreazioni, infatuazioni più o meno profonde e, soprattutto, cattiveria per chi per un motivo o per l'altro si trova dall'altra parte della barricata.

I motori principali sono sempre gli stessi: invidia e bullismo. Solo che stavolta a imperversare sarebbe un gruppo di ragazzine in grado con il proprio comportamento di mettere a tacere ogni voce contraria. Non che ci sia molto da stupirsi. Chi lavora per strada e ha a che fare con microcriminalità che si intreccia anche con il mondo della scuola lo sottolinea da subito: spesso infatti tra modi e portamento non si riuscirebbe a distinguere se quello studente è un maschio o una femmina. Se visto di spalle. Tutto si appiattisce. E i comportamenti prettamente maschili di un tempo ora starebbero diventando prerogativa anche femminile.

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