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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Zelarino / Via Paccagnella

Bambino di cinque mesi colpito da meningite: "Non era vaccinato"

Il problema è stato diagnosticato alcuni giorni fa all'ospedale All'Angelo. Ora però il piccolo sta meglio: "Se non si previene può capitare"

E' arrivato in ospedale con i classici sintomi della meningite. Poi la diagnosi è stata suffragata dagli esami. Nei giorni scorsi il Servizio igiene e sanità pubblica dell'Ulss 12 si è dovuto occupare di un caso di meningite da pneumococco. Vittima della patologia un bambino di 5 mesi, ricoverato nel reparto di Pediatria dell'ospedale dell'Angelo. Attualmente le sue condizioni cliniche sono migliorate, e la crisi è stata superata.

Ciò che sottolineano i sanitari è che il piccolo non era stato vaccinato: “La meningite e la sepsi da pneumococco – spiega in una nota inviata dall'azienda sanitaria il dottor Sciarrone, direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 12 – sono malattie che possono colpire persone di tutte le età, ma sono molto più frequenti nei primi 5 anni di vita e nella terza età. Per prevenire queste patologie è stato sviluppato un vaccino molto efficace e ben tollerato che protegge da 13 ceppi di pneumococco, i più frequentemente implicati nelle forme più gravi di malattia”. Per questo motivo, sulla scorta delle raccomandazioni delle società scientifiche e degli organi di sanità pubblica internazionali, la Regione Veneto prevede nel suo calendario vaccinale la somministrazione di questo vaccino nei bambini piccoli, a partire dai 2 mesi di vita, e negli ultra 65enni.

“Purtroppo sono sempre più frequenti, anche se non numerosissimi – spiega ancora Sciarrone – i casi di genitori che non intendono vaccinare i propri figli, o che preferiscono ritardare l’inizio delle vaccinazioni, preoccupati da possibili effetti collaterali causati dai vaccini. Ma a tal proposito è importante ricordare che i vaccini, come tutti i farmaci, devono superare rigidi controlli prima e dopo l’immissione in commercio, a garanzia della sicurezza ed efficacia nell’utilizzo, anche e principalmente in bambini molto piccoli. Va ricordato – conclude l'esperto – che la strategia di vaccinare i bambini molto presto deriva dalla necessità di proteggerli il prima possibile da malattie molto gravi come la meningite: proprio grazie alla diffusione delle vaccinazioni, queste patologie sono ormai molto rare ma, come è avvenuto nel caso in oggetto, possono colpire chi non è stato vaccinato”. La madre del piccolo, invece, dichiara che il ceppo di meningococco non sarebbe stato tra i tredici più frequenti specificati nella nota inviata direttamente dall'Ulss 12.

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