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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Jesolo

Bloccata la banda del flessibile: casseforti tagliate, bottini in serie

Tre ladri di origini sinte bloccati mercoledì alle porte di Jesolo dopo un colpo nel Trevigiano. Furti in tutto il Nord Italia, anche nel Portogruarese

La loro firma era il flessibile utilizzato per scardinare la cassaforte delle abitazioni e far razzia di tutto ciò che trovavano all'interno. Veloci, precisi e soprattutto mobilissimi sul territorio. Difficili quindi da individuare e incastrare. Tre ladri di origini sinte, un 33enne, un 27enne e un 22enne, però, mercoledì sono stati bloccati dai carabinieri della compagnia di Portogruaro, con l'aiuto dei colleghi di San Donà, alle porte di Jesolo. Di ritorno dall'ennesima scorribanda criminale.

Per loro è scattato il fermo indidiato di delitto per ricettazione, ma le indagini continuano per collegarli ai diversi furti che hanno interessato tutto il Nord Italia, compreso il Veneto. Gli accertamenti sono scaturiti da alcuni furti perpetrati a inizio anno nel Portogruarese: confrontando telecamere di sicurezza, testimoni e tracce lasciate dai delinquenti, i carabinieri hanno concentrato i propri sospetti su un'auto vista girare più volte nelle zone in cui poi sarebbero state denunciate le razzie. Seguendo quella traccia ci si è quindi imbattuti in una batteria proveniente dalla zona dell'Astigiano, ma abituata a cambiare spesso "base". In questo periodo estivo i suoi componenti avevano preso in affitto un appartamento a Jesolo, ma il loro soggiorno non era dedicato solo a spiaggia e relax.

Dal tardo pomeriggio in poi salivano in macchina (un modello "pulito" con targa rubata) e andavano a perpetrare furti a una certa distanza, per non dare nell'occhio. Mercoledì avrebbero messo a segno un colpo a Chiarano, in provincia di Treviso, e ne avrebbero tentato un altro a Eraclea. I carabinieri, però, hanno individuato l'auto dei delinquenti e l'hanno bloccata nella tarda serata in corrispondenza di un casolare abbandonato alle porte di Jesolo. A bordo dell'auto arnesi da scasso, scanner per intercettare le frequenze delle forze dell'ordine, l'immancabile "flex", sottocaschi, guanti, torce e smerigliatrici. Oltre che naturalmente il bottino del colpo perpetrato nel Trevigiano, consistente in denaro e gioielli.

Nel casolare sono stati sequestrati altri arnesi da scasso, due moto di grossa cilindrata, una seconda auto e 25 targhe di moto e auto clonate. Venivano apposte sui mezzi requisiti in occasione di ogni scorribanda. I tre, ora in carcere a Santa Maria Maggiore, avevano nella loro disponibilità anche 6mila euro, 1.500 dollari Usa e 1.700 franchi svizzeri, oltre che svariati preziosi in oro e argento. Tutto materiale che potrebbe essere ricondotto ad altri furti perpetrati nei giorni scorsi, tra Friuli e Veneto. 
 

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