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Cronaca

Bullismo, una quindicina di casi segnalati: maxi campagna al via in oltre 50 istituti

Aumentano gli attacchi via web o smartphone (+8%), soprattutto di carattere sessuale tra minorenni. Incontro all'Algarotti di Venezia tra istituzioni, forze dell'ordine e studenti

Diffondere maggiore consapevolezza riguardo ai fenomeni di bullismo, spiegando che denunciare gli episodi di violenza (reale o "virtuale") è un atto legittimo e doveroso. Anche perché il problema c'è e inizia a insinuarsi sempre più in giovane età. L'ha dichiarato la dirigente scolastica dell'istituto Algarotti, Concetta Franco, che ha la responsabilità anche di istituti comprensivi in terraferma. Dove già in giovanissima età c'è chi ha lamentato episodi di bullismo e di sopraffazione: "Fino ad arrivare all'umiliazione della vittima", ha spiegato. Storie che rimangono segrete e che prendono piede anche nelle scuole del Veneziano. E' proprio per rompere questo muro di omertà che l'Ufficio scolastico provinciale ha istituito uno sportello ad hoc, dove lo scorso anno sono stati segnalati 15 casi. Ora parte una "controffensiva", tra incontri e corsi ad hoc per studenti ma anche per adulti (docenti e genitori): obiettivo far comprendere che ognuno ha il diritto a mantenere integra la propria dignità, sapendo di poter contare su degli alleati. È il messaggio che scuole ed istituzioni intendono lanciare con una serie di iniziative di informazione e formazione in partenza nel territorio della Città metropolitana di Venezia: non solo sui temi del bullismo e del cyberbullismo, ma anche sulle dipendenze giovanili da stupefacenti e delle delle diverse forme di devianza minorile, comprese truffe online e gioco d'azzardo patologico.

Le campagne sono rivolte agli alunni degli istituti di primo e secondo grado (medie e superiori), ai genitori e ai docenti. Si inviteranno gli studenti, tramite forme di comunicazione diretta, a non aver paura e a combattere insieme il bullismo, segnalando prontamente qualsiasi azione di violenza ai genitori, agli insegnanti, alle persone di fiducia. E soprattutto alle forze di polizia, attraverso l'invio anonimo di un sms al numero 43002. Gli slogan ("non sei una spia!!!”, "la rete può far male!" e "non restare mai solo!") hanno lo scopo di aiutare i giovani a confidarsi, a parlare, senza il timore di essere etichettati come spia dai compagni. E a reagire insieme, soprattutto agli insulti inviati via social o cellulare, nelle forme di anonimato che li tutela.

Il programma è stato esposto martedì mattina nell'aula magna dell'istituto Algarotti di Venezia alla presenza del prefetto Carlo Boffi, dall'assessore alla Coesione sociale, Simone Venturini e dei vertici territoriali delle forze dell'ordine. È prevista la distribuzione di 5mila volantini e l'affissione di 100 manifesti in tutti gli istituti del territorio. In programma anche corsi di informazione tenuti dagli operatori della polizia di Stato (questura di Venezia e compartimento polizia postale e delle comunicazioni "Veneto"), dei comandi provinciali dei carabinieri e della guardia di finanza, della polizia locale del Comune di Venezia, dagli assistenti sociali della prefettura di Venezia, con il coordinamento dell'ufficio scolastico territoriale e il supporto della Città metropolitana di Venezia; le iniziative riguarderanno 54 istituti.

BULLISMO. "È importante per i giovani trovare i punti di riferimento al di là della famiglia - ha detto la responsabile scolastica, Concetta Franco - C'è una linea guida contro il bullismo per cui ogni istituto scolastico dovrà avere un referente su questo. Dirigo quest'anno l'istituto comprensivo, sono una quindicina gli episodi scoperti. Alcuni di questi anche nella scuola d'infanzia. Il bullismo fa capolino laddove manca la famiglia: in età precoce comincia con la presa in giro, l'isolamento, l'umiliazione. E spesso c'è una forte omertà". Tesi che sembrerebbe confermata dallo scarso numero di segnalazioni pervenute al numero appositamente attivato dalla questura: "Sono arrivate pochissime telefonate - spiega il questore - Secondo me manca la conoscenza delle istituzioni. Non c'è più l'ora di educazione civica. I giovani devono sapere che noi possiamo dare loro una mano, e lo sappiamo fare se interpellati".

CYBERBULLISMO. Per quanto riguarda gli atti di cyberbullismo, che spesso non vengono avvertiti come gravi da parte degli autori, si verifica un aumento del fenomeno dell'8%: gli episodi riguardano soprattutto i minori, che sempre più condividono immagini a sfondo sessuale, con tutte le situazioni di rischio e i reati a cui possono dare origine (come l'adescamento in rete). Si ricorda l'attivazione del numero telefonico 43002 per segnalare via sms episodi di spaccio e di bullismo alla centrale operativa della questura di Venezia, che tempestivamente disporrà il conseguente intervento o curerà lo smistamento delle segnalazioni ricevute.


BATTAGLIA CONDIVISA - "Viviamo in un mondo sempre più complesso e tecnologico - ha dichiarato il prefetto Carlo Boffi - la Rete e i social possono rivelarsi strumenti pericolosissimi. E' per questo che c'è bisogno dell'aiuto di tutti. Scuola, istituzioni, famiglia. I social danno anche l'impressione di un totale anonimato, ma non è così. Sono invece estremamente pericolosi". I pericoli sono anche il gioco compulsivo e la ludopatia, oltre che la contraffazione commerciale in caso di acquisti online: "Sono problemi che coinvolgono anche i giovani - ha dichiarato il comandante della guardia di finanza di Venezia, generale Alberto Reda - su cui noi siamo molto impegnati". Con le dovute tutele per le persone più deboli: "Abbiamo le risorse e le competenze per farlo - ha spiegato il comandante provinciale dei carabinieri, Claudio Lunardo - da quando sono giunto a Venezia ho trovato una rete di realtà che si muove come un'unica realtà". Sulla stessa lunghezza d'onda l'assessore comunale alla Coesione sociale, Simone Venturini: "Siamo tutti in prima linea nella battaglia al bullismo e alle ludopatie, oltre a tutti gli altri pericoli della Rete".
 

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