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Cronaca campo Santa Margherita

Il questore: "Ok al trasloco della movida, no alla militarizzazione di Venezia"

Angelo Sanna sposa l'idea del sindaco Brugnaro di spostare i locali in zona Marittima e ribadisce: "In campo Santa Margherita non c'è un problema di criminalità, ma di degrado"

È il tema più "caldo" degli ultimi giorni, specie dopo la violenta aggressione avvenuta un paio di settimane fa che ha mandato un ragazzo all'ospedale in condizioni gravi (ma si sono registrate anche un paio di zuffe venerdì sera). Il futuro di campo Santa Margherita, centro dello svago giovanile veneziano, è una questione sempre più dibattuta tra politica, forze dell'ordine e commercianti. Tanto che per il 22 marzo è convocato in Prefettura un apposito comitato per l'ordine pubblico. Di mezzo la "movida", accusata di essere troppo spesso alla base di situazioni di violenza, spaccio e degrado, oltre che di far passare notti insonni ai residenti dell'area.

Motivo per cui tutti questi soggetti si stanno prodigando alla ricerca di una soluzione che possa conciliare i vari interessi: primo fra tutti il sindaco Luigi Brugnaro, che da mesi lancia il suo progetto di far letteralmente traslocare i locali in un'altra zona della città, fuori dal centro. La proposta è una fascia di terreno in Marittima tra Vtp e canale della Scomenzera, una striscia lunga cinquanta metri di proprietà del porto. Il presidente Paolo Costa sarebbe d'accordo, ora anche il questore Angelo Sanna si dice favorevole: "Appoggio l'idea di spostare la movida - spiega - È quella più interessante. Con il Carnevale, ad esempio, spostare la maggior parte degli eventi da piazza San Marco all’Arsenale ha funzionato, sia per l’ordine pubblico che per i residenti".

Sanna ribadisce comunque che in campo Santa Margherita "non c'è un problema di criminalità, ma di degrado. Lo dimostra, per esempio, il fatto che nell'ultima aggressione siano stati dei coltelli da pane. Quindi non si tratta di gente che gira con armi, ma di persone alterate dall'abuso di alcolici o droghe". Anche per questo si dice contrario ad un presidio fisso di polizia in campo: "Non vogliamo la militarizzazione della città - spiega - Noi combattiamo l’illegalità, non l’inciviltà. Al Ghetto c'è un presidio, è vero, ma lì c'è un problema di terrorismo. Se mettessimo agenti armati a Santa Margherita, poi dovremmo farlo anche in molti altri posti. Ben vengano, invece, le iniziative proposte dai commercianti per animare la zona in modo alternativo". Poi risponde sulla polemica sollevata dagli esercenti, che si lamentano perché le forze dell'ordine eseguono controlli nei locali durante le operazioni anti-droga: "Il mio datore di lavoro è la legge - chiarisce - Se qualcosa non è in regola è giusto sanzionarlo, altrimenti commettiamo reato. Quando interveniamo lo facciamo con più forze, carabinieri, polizia locale, guardia di finanza: c’è chi cerca la droga e chi fa verifiche nei locali".

Nel frattempo il sindaco e l'assessore alla Sicurezza Giorgio D'Este hanno incontrato martedì il rappresentante dei commercianti dell'area, Paolo Friselle. Le proposte della categoria rimangono più o meno quelle di sempre, ovvero il potenziamento dell'illuminazione, l'eliminazione delle bottiglie in vetro, il presidio fisso di polizia. La partita, insomma, è ancora tutta da giocare.

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