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Cronaca

Biennale, nel padiglione della Germania i cani non ci sono più. "L'arte non sfrutti gli animali"

Gruppo Vegan Venezia e Lav segnalano che i quattro zampe sarebbero stati rimossi dal recinto in cui erano stati fotografati. Nuovo appello: "Stop all'utilizzo di esseri viventi"

I cani, a quanto pare, sono stati tolti dal padiglione della Germania della Biennale di Venezia. La notizia è stata segnalata da Gruppo Vegan Venezia e Lav, le stesse associazioni che per prime avevano denunciato la presenza degli animali (che comunque erano trattati nel rispetto delle norme). "Ci risulta che attualmente nel recinto non ci sono più i dobermann - scrivono gli animalisti - Non conosciamo l'eventuale motivazione. Ci teniamo comunque a precisare che la nostra segnalazione riguardava il rispetto delle condizioni di benessere psico-fisico dei cani, ma nel contempo sottolineava l'inaccettabile utilizzo degli animali da parte degli artisti".

Alcune scene che le associazioni hanno cercato di contrastare nel corso degli anni: "pulcini in una teca divisi con un vetro da un gatto in uno spettacolo teatrale, la dispersione di decine di galline per le vie di Venezia, galline provenienti da vari Paesi per creare una "super-razza", un toro storpiato dagli estrogeni trascinato definito "scultura genetica", in giro per la città anche pecore, piccioni colorati e poi rilasciati, tordi in una teca trasparente, altra teca con decine di chiocciole vive e ancora formiche vive imprigionate sotto vetro, una carpa giapponese in una piccola vasca. Senza contare l'utilizzo di animali morti (spesso appositamente uccisi): migliaia di colombi impagliati, 40 mila scarabei utilizzati per una scultura, una montagna di ossa di mucca, animali sezionati, animali in formaldeide, pellicce di topi, ecc. Anche un video di una sodomizzazione cane/artista".

"Molte di queste opere - scrive Cristina Romieri - sono finalizzate a denunciare vari aspetti della nostra realtà, del nostro rapporto con la natura e con gli altri. Ma noi, che lottiamo contro violenza e ingiustizia, crediamo che la creatività e l'elaborazione artistica non possano sfociare in esibizioni che prevedano lo sfruttamento degli animali, riducendoli ad oggetti da cui peraltro trarre profitto. 'Viva arte viva' è il tema di questa 57.ma esposizione: ma non attraverso performance in cui gli animali sono ancora una volta oggetti di cui disporre a piacimento, in maniera oltretutto diseducativa. Se si vuol provocare e denunciare costruttivamente a favore degli animali, si focalizzino artisticamente le tante situazioni di sofferenza e morte per il nostro consumo, profitto, divertimento; si mostrino i cani rinchiusi nei canili o quelli che vengono soppressi o i randagi che popolano le strade di tanta parte del mondo. Oppure la bellezza, l'intelligenza e la sensibilità che gli animali naturalmente possiedono e il meraviglioso rapporto di rispetto e di amore che può instaurarsi con loro".

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