La sicurezza sul lavoro era un miraggio, tre laboratori sequestrati

Una volta che i carabinieri del Nucleo ispettorato del Lavoro, guidati dal maresciallo Fabio Ricco, sono entrati in quei tre laboratori a conduzione cinese hanno subito capito che lì anche le più basilari norme di sicurezza non avevano messo piede. Anche in materia antincendio. Inevitabile quindi il sequestro delle strutture, almeno finché i responsabili non avranno riportato la situazione alla normalità. A quel punto si eviterà il processo penale, dietro il pagamento di una sanzione di diecimila euro. In caso contrario la parola passerà al giudice (ma l'interesse di attività è ripartire a pieno ritmo il prima possibile). Fatto sta che durante l'ultima settimana i militari dell'Arma hanno requisito tre opifici situati nel territorio di Cavarzere.

Uno in una zona isolata, in via Passetto. Gli altri due in via Martinelle, in un contesto più residenziale. Quando le forze dell'ordine si sono presentate nel laboratorio di via Passetto, in località Boscochiaro, in aperta campagna, i macchinari sono stati fermati. L'area di lavoro era comunicante con un'abitazione, ma al suo interno, oltre alle varie postazioni, i carabinieri hanno individuato anche delle brandine. Sulla cui presenza ora si concentreranno gli accertamenti dei carabinieri. E' possibile che fosse tutto materiale accatastato come si fa in un normale garage di un'abitazione, ma serve escludere che quei giacigli venissero utilizzati invece dai lavoratori impiegati nel laboratorio.

Una promiscuità simile riscontrata anche nei due capannoni controllati in via Martinelle, dove tra le postazioni di lavoro c'erano biciclette o del materiale di risulta. Denunciati i rappresentanti delle tre attività, tutti di nazionalità cinese e sui 35 anni. I lavoratori, identificati, sono invece risultati tutti regolari.